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“Cor Jesus mecum est” del regista argentino Roberto Luis Garay al via in Italia i primi ciak

 

Ragusa, 1 marzo 2017 – Il regista argentino Roberto Luis Garay, realizzatore, regista, produttore  di cinema e televisione e Professore universitario UAI-INCAA (Università Interamericana) è ritornato in Italia, in Sicilia, per iniziare, proprio in queste giornate di fine febbraio, le riprese del film “Cor Jesus Mecum Est”.

Roberto Garay, nato in Argentina il 27 aprile 1961 è molto noto in Sud America, ma anche a Hollywood il suo nome è apprezzato e ricercato.

Nell'anno 2013 la sua fiction “Ida y vuelta” ha vinto il Premio come migliore fiction per la Tv Argentina.

Professionalità, passione e serietà contraddistinguono il suo impegno nel mondo della televisione e del cinema.

Da sempre porta con sé un legame profondo ed autentico con la Terra di Sicilia, dove ha già realizzato fiction e spot di successo, fra i quali: “Ballate d'amore” trasmessa più volte sia ad Antenna Sicilia e sia in Argentina e in altri paesi, riscuotendo sempre ampi consensi.

Inoltre tiene Corsi professionali di Recitazione e Tecniche del cinema e televisione in America, in Europa e in Italia avvalendosi del suo testo didattico “Moebius”.

Il film “Cor Jesus Mecum Est” è una produzione italo argentina che vede coinvolti “Sintesi cinematografica” di Rosolini e “TF20 Producciones”, “Cablevision” e “Somos LP” di Buenos Aires. 

Il film nella sua narrazione si intreccia con la storia vera di Madre Carmela Aprile, la religiosa che è nel cuore dei Rosolinesi e dei Siciliani, anche di quelli che poi si sono sparsi nel mondo, ma che sono rimasti fedeli al ricordo e alla devozione della  religiosa  a loro conterranea.

Madre Carmela è percepita e invocata al pari di una figura materna e cioè in un modo sincero, intenso e autentico.

È stato Nicola Forino, manager di “Sintesi cinematografica” e direttore della fotografia che ha proposto al noto regista argentino Roberto Luis Garay e a Paolo Di Gabriele, coordinatore della produzione e responsabile di set, di realizzare un lungometraggio sulla vita di Madre Carmela, qualche anno fa.

Poi si sono aggiunti anche Enzo Di Lorenzo e Francesco Ragogna per la direzione artistica e padre Stefano Modica, che è stato rettore del Santuario del Sacro Cuore per la collaborazione al copione.

Il progetto, nonostante sia stato sostenuto con convinzione e determinazione, ha dovuto attendere qualche anno per potere decollare.

Il film viene girato in parte in Argentina e in parte in Italia, come è già avvenuto per i precedenti lavori televisivi e cinematografici del regista Garay.

Di rilevante importanza è la collaborazione con il Municipio di Ensenada-Argentina e con l'impegno del signore Mario Secco e del signor Enrique Muiños, che curano e seguono la realizzazione del film.

Anche questo lavoro cinematografico del regista Garay si preannuncia con successo, in quanto la narrazione risulta essere di grande attualità e ruota intono ai due Continenti, America ed Europa e nello specifico Argentina ed Italia.

La trama del film ha come filo conduttore la storia e la figura di Madre Carmela Aprile, ma questo si intreccia poi con altre storie di immigrazione fra Argentina ed Italia, esplorando e narrando storie comuni a molti e legate a problemi di soldi, di affetti, di contrasti e di tradizioni.

La grande crisi attuale che si fa sentire a livello mondiale, porta le persone emigrate in Argentina a fare rientro in Italia per vendere la casa di origine, che si trova nella città di Rosolini e che è la città di origine di Madre Carmela Aprile e anche la casa in questione è strettamente legata alla vita della religiosa.

Attorno alla intenzione e alla possibilità di vendita di questa casa, si aprirà un ventaglio ampio e convincente di svariate figure umane, a volte buone e a volte non buone,

La casa in questione, appartenuta a Maria Rosa, diventa il ponte e l'anello di congiunzione fra il passato, il presente ed il futuro. Diventa l'epicentro per indagare sulle diverse sfumature della natura umana e anche sulle proprie origini, così fortemente legate alla Terra di appartenenza. La casa diventa anche uno specchio capace di riflettere il mutare dei tempi e delle mentalità.

Fra questi contrasti di luci e di ombre, di bontà e di cattiverie, di opportunismi e di sincerità, la figura di Madre Carmela rimane il collante che riunisce e mette in accordo tutti i personaggi coinvolti nella storia.

Tutto cambia, ma il sentimento religioso rimane un forte punto di riferimento.

Per la parte del film girata in Argentina, il cast è ricco di attori professionisti di grande professionalità e fra questi recita un ruolo importante la grande attrice argentina Cristina Tejedor nella parte di Pina, la madre che ritorna in Italia dall'Argentina per trattare direttamente la vendita della casa.

L'attrice Cristina Tejedor, nata a Mar del Plata, Buenos Aires nel 1959 è nota al grande pubblico come protagonista di soap opera negli anni '80 ma ha recitato con altrettanto successo anche in ruoli cinematografici.

La sua presenza all'interno del cast del film “Cor Jesus Mecum Est” costituisce un'ulteriore conferma della validità e dell'importanza di questa pellicola.

Nel cast argentino accanto all'attrice Cristina Tejedor reciteranno anche Berenice Garay ( figlia del regista), Lucia Filar, Diego Aroza ed altri ancora.

Mentre nel cast italiano, altrettanto ricco di attori professionisti, reciteranno: Elisa Franco che impersonerà la figura di Madre Carmela, Fabiana Pagani, Enrico Pappalardo, Turi Giufrida, Alice Ferlito ed altri ancora.

Il film verrà poi proiettato sia in Europa che in America, come per tutti i precedenti lavori del regista Garay.

E' quindi questa una storia che vola su due ali e due continenti, una rivolta al passato e l'altra rivolta al presente per ricercare e ricordare le proprie origini e la propria storia.

Madre Carmela Aprile rappresenta l'anima viva della sicilianità.

Nel centro e nel cuore della città di Rosolini, la Chiesa Madre di San Giuseppe rimanda e si ricollega spontaneamente al Monastero della Vistazione di Rosolini, noto più comunemente come il Santuario del Sacro Cuore che rappresenta veramente e intensamente il cuore pulsante e palpitante dei Rosolinesi. 

Questo amore che si è trasformato in identità e appartenenza, parte da lontano e si collega alle origini della sua Fondatrice che è stata Carmela Aprile, nata a Rosolini il 25 aprile1878. 

Una vita di sofferenze e di patimenti l'hanno condotta verso il Sacramento della Confermazione.

Nel lontano1907 Madre Carmela spese ben 3 lire per acquistare l'attuale immagine del Sacro Cuore e il sacrificio di tale acquisto è rimasto vivo e potente perchè questo è veramente il punto di origine del cuore dell’identità dei Rosolinesi che continuano ad amarla e a venerarla, attraverso l’immagine indiscutibilmente carismatica ma anche profondamente umana e caritatevole quale è l’immagine del Sacro Cuore. 

Da questa stessa immagine il 28 settembre 2014 partirà il primo ciak del regista Roberto Garay e della sua troupe cinematografica che proprio come accade nella narrazione del film, si sposteranno dall'Argentina in Italia.

 Al fine di narrare una storia che si apre e si dispiega su una tela in bilico fra temporalità e atemporalità. Tra poteri, menzogna, ingannI, speranze e fede.

Ritornano vivi gli anni trascorsi e il vissuto nella casa di Maria Rosa, la casa e la sua antica porta che dividono e delimitano lo spazio e il tempo ma non la Fede. 

La Fede diviene e realizza l'elemento di unione nella storia del film, sotto l’impulso di un’antica leggenda metropolitana di origine siciliana che racconta: “Se qualcuno si appoggia a quella porta e si concentra, e ascolta con attenzione… può udire la voce di quei tempi in cui Madre Carmela Aprile e Maria Rosa furono protagoniste della storia del Santuario che il Sacro Cuore in persona e i suoi Angeli dettero l’incarico di costruire”.

La prima del film verrà proiettata in Vaticano e subito dopo nella città di Rosolini, la città di Madre Carmela, dopo di che il lungometraggio viaggerà al di là dell'Oceano, attraversando numerose città.

 

Rosetta Savelli 

 

Lo scopo di un'opera onesta è semplice e chiaro: far pensare. Far pensare il lettore, lui malgrado

Paul Valéry

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