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Scicli, 17 settembre 2016 – È morto nell'ospedale Maggiore di Modica, dove era ricoverato da qualche giorno, l'ex procuratore ad honorem della Corte di Cassazione e poi presidente della Corte d'Assise di Roma, Severino Santiapichi.

A maggio aveva compiuto 90 anni e su Ondaiblea avevamo pubblicato un servizio (tratto anche da un'ampia pagina de Il Giornale di Scicli) sugli auguri di illustri personaggi e in particolare del Presidente della Repubblica Italia, Sergio Mattarella.

Santiapichi, sciclitano, magistrato e scrittore (tanti i suoi articoli su Il Giornale di Scicli, autore di alcuni libri di storia locale) è stato presidente della Corte d'assise nel processo agli esponenti delle Brigate rosse sul sequestro Moro, e nel processo all'attentatore di papa Giovanni Paolo II, Ali Agca.

Severino Santiapichi Viveva a Donnalucata, frazione di Scicli.

La salma del giudice Severino Santiapichi è stata allestiva a Palazzo Busacca (a Scicli, dove egli nacque nel 1926) dove rimarrà fino alle ore 20 di domani sera quando sarà trasferita presso il Santuario di Santa Maria la Nova. I funerali si terranno lunedì 19 settembre alle ore 11 nella chiesa di Santa Maria La Nova in Scicli.

Ondaiblea aveva ripubblicato una lunga e bella intervista a cura di Carmelo Riccotti La Rocca e Marco Iannizzotto: "Il racconto di un uomo non comune: l'omicidio Moro", la riproponiamo ai lettori in questo link.

Alla famiglia (alla moglie, ai figli Arianne e Xavier) le condoglianze di Ondaiblea. Molti di noi (chi scrive in particolare) l'hanno conosciuto e ne hanno apprezzato le grandi doti morali e la passione civile, e non lo dimenticheranno. Scicli oggi perde uno dei suoi figli migliori, senza retorica.

 

Salvo Micciché

   

Scicli, i 90 anni del giudice Santiapichi: auguri del Presidente della Repubblica attraverso il GdS

La morte di Santiapichi: cordoglio dell'on. Orazio Ragusa

«Cordoglio per un grande giudice, Severino Santiapichi»: la Sen. Padua

 

Ilaria Sacchettoni su Il Corriere della Sera

 

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Lutto cittadino a Scicli

 

Dal Comune: «La Commissione Straordinaria del Comune di Scicli, a nome del Comune e della cittadinanza tutta, esprime profondo cordoglio per la morte del giudice Severino Santiapichi. 

Giurista, padre costituente in Somalia, Procuratore ad honorem della Corte di Cassazione, è stato giudice di grandi processi che hanno attraversato la storia del Paese, dal processo Moro all’attentato a Giovanni Paolo II.

Santiapichi è stato anche romanziere e prolifico autore di una amplissima pubblicistica in cui Scicli, la sua città natale, è stata al centro del suo amorevole racconto in “Romanzo di un paese”.

La Commissione, interpretando il sentimento di tristezza che pervade gli sciclitani, proclama lo stato di lutto cittadino per lunedì 19 settembre, giorno delle esequie». 

 

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Così di lui scrive Wikipedia: 

«Severino Santiapichi (Scicli, 25 maggio 1926 – Modica, 17 settembre 2016) è stato un magistrato e scrittore italiano.

Procuratore ad honorem della Corte di Cassazione, è stato per oltre 50 anni in magistratura, avendo presieduto per 20 anni la Corte d’Assise di Roma dopo aver ricoperto per sette anni la carica di vice presidente della Corte Suprema in Somalia.

È divenuto noto al grande pubblico per aver guidato la Corte d’Assise nel primo processo, svolto nell’aula bunker del Foro Italico a Roma contro le Brigate Rosse, per l’omicidio il 9 maggio 1978 di Aldo Moro, sequestrato in via Fani a Roma dopo l’uccisione della sua scorta: processo conclusosi con 32 ergastoli.
Presiedette ancora negli anni novanta la Corte d’Assise nei cosiddetti processi “Moro quater” e “Moro quinquies”.

Santiapichi inoltre presiedette la Corte d’Assise chiamata a giudicare il tentato omicidio del 13 maggio 1981, perpetrato contro il papa Giovanni Paolo II dal terrorista turco Ali Ağca.

Dopo il pensionamento per raggiunti limiti d’età, ha alternato l’attività di docente a contratto nell’Università Kore di Enna a quella di scrittore. Ha dato alle stampe varie sue opere (tra cui Le ragioni degli altri, Milano, Sugarco, 1988; Romanzo di un paese, Milano, Rizzoli, 1995; Il serpente gioiello e la iena della Savana, Iuculano, 2007), nei quali ha spesso ricordato le sue esperienze di magistrato e di giudice.»

 

Lo scopo di un'opera onesta è semplice e chiaro: far pensare. Far pensare il lettore, lui malgrado

Paul Valéry