Spettacolo
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#Ragusa, 24 dicembre 2015 – Un tuffo nel passato ma anche nel presente e sicuramente nel futuro delle tantissime canzoni che sono nel cuore e nella mente del pubblico. E’ stato questo il senso del concerto-racconto che ieri sera, al teatro tenda di Ragusa, ha visto come protagonista Mogol, il grande autore di brani che hanno fatto la storia della musica italiana. 

Uno spettacolo che si è ben presto trasformato in un regalo di Natale per le tante, tantissime emozioni che è riuscito a suscitare. L’evento è stato promosso da Lumia Event e da Ideology, con il patrocinio del Comune di Ragusa e la collaborazione dell’associazione Ragusani nel Mondo. 

Serata straordinaria dove anche il pubblico si è messo a cantare praticamente in coro, seguendo le esibizioni di due artisti di grande bravura come il maestro Giuseppe Gioni Barbera al pianoforte, che ha trasformato le canzoni di Lucio Battisti in vere sinfonie, e il cantautore Ugo Mazzei, chitarra e voce. Momenti assolutamente corali che si sono alternati a quelli, praticamente in religioso silenzio, serviti ad ascoltare il racconto del grande autore. Mogol, il grande autore di tutti i tempi, non ha fatto mistero delle sue emozioni sia quando scrive i testi che ospite, appunto ieri sera, sul palco dinnanzi al pubblico.

Emozionato anche nel ricordo-omaggio a Mango e poi il racconto della collaborazione con cantanti ed interpreti del calibro di Gianni Morandi, Lucio Battisti, Adriano Celentano, Bob Dylan, Bobby Solo, Gianni Bella definito un vero genio. E proprio su Bella, Mogol ha raccontato alcuni aneddoti legati alla sua prima infanzia a Catania e alla sua grande capacità in età adulta di scrivere un’opera intera molto apprezzata.

Contrariamente a quanto comunemente si pensa, Mogol ha spiegato che è l’autore a scegliere il cantante e non il contrario. E l’artista con cui Mogol sceglie di collaborare deve avere delle precise caratteristiche: “E’ la sua musica che mi deve convincere  prima di scrivere una storia - ha detto Mogol - La musica ha già una sua caratteristica. Le mie parole non sono preparate prima perché io ho bisogno di trovare la storia nel testo musicale. La musica è dolce, melanconica, dolorosa ed io devo capire a cosa riferirmi e mi rifaccio sempre a storie di vita. La vita è quella che viviamo tutti e la cosa più importante per un autore è quella di raccontarla”.  

Tutti gli artisti per i quali Mogol ha scritto i testi sono entrati nella storia della vita di ciascuno di noi divenendone quasi dei miti. 24 anni fa, quando Mogol ha capito che la musica pop stava puntando verso la qualità, ha deciso di creare una scuola di livello internazionale, il Cet, una grande cittadella in mezzo ai boschi dell’Umbria dove si insegna una didattica innovativa invidiata in tutta Europa con risultati evidenti e superiori alle aspettative. A proposito di talenti, Mogol si è soffermato naturalmente su Lucio Battisti le cui canzoni erano attese dal folto pubblico presente e che hanno catapultato tutti in un’atmosfera da sogno, in cui ciascuno ha rivissuto, cantando, tutti i momenti e le emozioni che hanno scandito e continuano a scandire le proprie vite. Tra queste, “Fiori rosa fiori di pesco”, magistralmente eseguita al pianoforte dal maestro Barbera, e poi “La canzone del sole”, “Mi ritorni in mente”, “Io vorrei..non vorrei..ma se vuoi”, “Acqua azzurra, acqua chiara”.

E parlando di Battisti, Mogol ha aggiunto: “Aveva capito bene il concetto di psicologia sociale che dice che noi siamo DNA più ambiente. Se noi selezioniamo gli artisti migliori del mondo e facciamo un’analisi di come suonano e di come compongono, vediamo che noi li “assorbiamo”, diventano quasi parte integrante del nostro DNA. E per Lucio Battisti è successo questo. Non c’era disco importante al mondo che lui non avesse analizzato. E poi ha avuto la fortuna di unire la melodia napoletana alla ritmica anglosassone ed è nata una nuova cultura, una nuova musica con cui io ho cercato di stare a passo per tanti testi”. La serata ha visto anche alcuni bis per le canzoni più famose del grande Battisti e si è conclusa, tra gli applausi del pubblico, con il brano “Dieci ragazze”.

Prima di congedarsi Mogol, visto il grande coro intonato in platea, ha invitato scherzosamente tutti a passare dietro le quinte per firmare un contratto discografico. 


Giovannella Galliano

 

 

Lo scopo di un'opera onesta è semplice e chiaro: far pensare. Far pensare il lettore, lui malgrado

Paul Valéry