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Siracusa, 27 maggio 2016 – La golfista Ludovica Farina si racconta: «Agonismo, gara, competizione tutti sostantivi legati indissolubilmente al concetto di gioventù. Ma non nel golf dove si può giocare senza limiti di età e se le gambe non ti aiutano a percorrere i sei/sette chilometri del campo, un cart - quelle graziose macchine elettriche abilitate a girare sul manto erboso - ti viene in aiuto rendendo più agevole il percorso. Giocare contro i forti non intimorisce. I meno bravi che usufruiscono di un vantaggio di colpi così da uguagliare, o quasi, le diverse abilità. 

L'handicap - da zero a 54 - è un correttivo alle disuguaglianze per la classifica anche se in realtà il vero nemico da battere è il campo che con il suo "par" afferma limiti e capacità.

E dopo questa premessa del senza tempo devo confessare che io ho cominciato il golf a cinque anni ed ora gioco in nazionale. Ho faticato parecchio per raggiungere i miei risultati ma ho imparato che lavorare sodo alla fine paga. La mia prima gioia è stata quella di essere stata chiamata in nazionale a 14 anni. Non bisogna essere razzisti per capire che di siracusane in nazionale non ce n'è non solo nella mia città ma neanche in tutto il sud. Il golf non è come il calcio. 

La mia seconda gioia, forse anche più grande, è stata quella di essere stata contattata a 18 anni da una prestigiosa università americana per una borsa di studio legata al golf. Così da circa un anno vivo e studio in America all'università del Maryland a pochi chilometri da Washington DC. 

Ma ora sono tornata nella mia Siracusa per le grandi vacanze estive dopo aver superato gli esami con profitto tanto da essermi classificata seconda assoluta nel "terp awards 2016" un riconoscimento riservato agli studenti /atleti che tiene conto dei risultati scolastici e sportivi. Felice di essere a Siracusa anche se gli impegni agonistici con la nazionale non mi lasceranno molto tempo libero. Ben trovata Siracusa. Ben trovata alla mia città».

 

Lo scopo di un'opera onesta è semplice e chiaro: far pensare. Far pensare il lettore, lui malgrado

Paul Valéry