(ph. credits Wikipedia)

Editoriali
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Se dopo tantissimi anni si allestisce ancora il presepe, vuol dire che vogliamo crederci. Credere in quell’attesa che porta al Natale, per il credente vuol dire fiducia e fede, ma anche speranza di qualcosa di più grande che possa cambiare questo mondo travagliato.

I presepi di oggi come quelli di ieri, sono pieni di personaggi e la fantasia dell’uomo è così grande che vengono ideati presepi di cartone, di legno, di caucciù, di qualsiasi materiale che può suscitare stupore. Intorno a questo mondo antico, ci sono alcuni soggetti che sono essenziali e che non possono mancare in un presepe che si rispetti. Di fronte alla maestosità della grotta, davanti alla Santa natività, c’è un pastore che la dice lunga e merita di dargli voce perché regala tutto lo stupore e l’incanto che può nascondersi dietro il mistero della natività. È u miravigghiatu ra rutta, colui che guarda con occhi nuovi e in contemplazione la grandiosità del mistero, quasi a non credere a tanta bellezza che gli si pone davanti e tale da rimanere proprio senza parole.

U miravigghiatu ra rutta fu il primo pastore a vedere in lontananza la stella cometa e assume nel volto un’espressione incantata, stupefatta rimanendo a bocca aperta per lo spettacolo di cui sta godendo. Uno stupore che ogni uomo non dovrebbe mai perdere e che deve rinnovarsi ogni giorno davanti alle tante opportunità che la vita dona. È vero, la vita non è sempre rosea anzi, siamo deputati a risolvere diuturnamente problemi di ogni tipo, ma sono le piccole cose che devono ancora farci stupire e guardare il mondo con gli occhi di fanciullo, con occhi sinceri e nuovi. La vita è un dono che si rinnova e per tutti, l’unica via percorribile è solo e sempre l’amore che quel Dio ha pagato con la vita.

Dietro ogni presepe, c’è una famiglia, c’è quell’amore che possa sempre trionfare dietro la povertà dell’animo, affinché il bene trovi ragione verso le incongruenze e i mali del mondo, affinché l’indifferenza endemica, in cui tutti siamo coinvolti, possa lasciare il posto all’umiltà, alla condivisione e alla bontà. E u miravigghiatu ra rutta che ci ricorda ogni anno, con la sua espressione, che la nascita di Gesù è qualcosa di solenne da vivere tutti i giorni. 

Gabriella Fortuna

 

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U miravigghiatu ra rutta: altra versione, mutuata dal presepe ligneo di San Bantorlomeo, a Sicli: u spavintatu ra stidda, ove per “stidda” (stella) si intende la cometa…

s.m.

 

Auguri a tutti i Lettori, da Ragusa e Siracusa, con i "meravigliati" e gli "spaventati" che attendono la Buona Novella. Che sia per tutti la volta buona, la rinascita, la rinascenza, il nuovo Rinascimento.

La redazione di Ondaiblea

 

 

Lo scopo di un'opera onesta è semplice e chiaro: far pensare. Far pensare il lettore, lui malgrado

Paul Valéry