Ragusa, 14 aprile 2015 – Si è concluso Sabato il primo dei tre corsi formativi organizzati, per l’anno 2015, dalla Cardiologia di Ragusa, direttore della U.O.C. dr. Antonino Nicosia, quello dedicato allo scompenso cardiaco cronico.
I punti nodali affrontati sono stati: la gestione veramente complessa perché lo scompenso cardiaco è spesso associato a patologie broncopolmonari o insufficienza renale”.
Per questo sono intervenuti sia nefrologi che internisti: la multidisciplinarietà è, infatti, cruciale nella gestione clinica di questi pazienti.
L’impatto economico di una patologia divenuta veramente “endemica” al crescere dell’età media e parallelamente al miglioramento della terapia per l’infarto miocardico acuto, si è assistito ad un importante aumento dell’incidenza dello scompenso cardiaco cronico, che è la patologia predominante nelle corsie della Cardiologia e dei reparti internistici.
Il ricovero ospedaliero di questi tipi di pazienti ha, inoltre, elevati costi di gestione: è per questo che sono intervenuti il responsabile dell’area governo clinico dell’Assessorato, che sta mettendo in atto varie misure che consentano una riduzione dell’accesso ospedaliero di questo tipo di pazienti. Il cruciale rapporto ospedale-territorio per un’ottimale gestione di questi pazienti: la continuità terapeutica e gestionale e un ottimale colloquio con il medico di medicina generale è l’unica via che consenta non solo un miglioramento della qualità di vita di questi pazienti, ma anche un accesso più “appropriato” alle cure ospedaliere.
A giugno e ad ottobre si svolgeranno i corsi dedicati al “Rischio emorragico in Cardiologia”, in collaborazione con la Cardiologia dell’Università di Catania - il progresso dei farmaci anti-coagulanti e anti-aggreganti, parallelamente al progresso delle tecniche interventistiche, ha messo in mano dei Cardiologi armi di grande “potenza” ed efficacia anti-ischemica, evidenziando la problematica nuova del rischio “emorragico” e la necessità di trovare nell’attività quotidiana il non facile equilibrio tra il beneficio ischemico della terapia acuta o cronica e il rischio di complicanze emorragiche - e a “La gestione del paziente critico tra UTIC e Rianimazione”, in collaborazione con l’ISMETT (l’avvio della rete per l’infarto miocardico acuto ha determinato la centralizzazione nell’UTIC HUB di pazienti “critici”, spesso complicati da shock cardiogeno, e la necessità di sviluppare un adeguato know-how nella gestione di pazienti “complessi”, nell’utilizzo di farmaci inotropi e delle tecniche di monitorizzazione invasiva e ventilatoria in rapida evoluzione).
«I “cardini”, che hanno animato la giornata di Sabato e animeranno le prossime giornate, saranno –ha affermato il dr. Nicosia - da un lato, la discussione inter-attiva di casi clinici complessi e controversi - (con costante in riferimento alle attuali evidenze scientifiche -, sempre alternata a specifici quesisti “scottanti” e di difficile soluzione (“troubleshootings”) e, dall’altro, la multidisciplinarietà, quale valore aggiunto straordinario nella nostra pratica clinica quotidiana, nonché nella discussione scientifica delle varie problematiche. E’ per questo che abbiamo coinvolto i nefrologi e gli internisti/pneumologi nel I corso, gli ematologi nel II corso e i Rianimatori nel terzo corso.»
Ragusa. Concluso corso sullo scompenso cardiaco
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