Religione
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Il nostro quotidiano, già pieno di incombenze gravose, talvolta fastidiose, spesso insopportabili è accompagnato da una incessante corsa al tempo. Tutto va storto, i problemi sono uno dietro l’altro e non si trovano soluzioni, la vita sembra vada a rotoli e il mondo ci cade addosso come un macigno.

 

In tutta questa confusione esistenziale, in questo impasto di materialità, in tutta questa complessità cosmica, non ci accorgiamo di segnali che solo un occhio attento, umile e sensibile può dare loro significato. Segnali banali, ma ricchi di messaggi subliminali, messaggi chiari, semplici, ma inspiegabili. Eppure, niente succede per caso. Per il credente questi segnali rappresentano testimonianze imprenscindibili della presenza divina, a dire che Dio c’è, è con noi e ci regala diuturnamente testimonianza della sua presenza. Spesso accadono fatti che difficilmente si riescono a spiegare con il lume della ragione e che possono radicalmente cambiare le sorti della nostra vita.

Coincidenze? Casi fortuiti? Ebbene, chiamiamoli come vogliamo, ma di certo l’Altissimo non può bussare alla porta o chiamare al telefono. La sua presenza è data da segnali, del resto anche i Vangeli ne parlano: -E vi darò segni e avvertimenti, per mostrare che io sono vicino a chi opera nel mio nome…Segnali che non tutti riescono ad interpretare, a distinguerli, a discernerli. Come riconoscerli? Quando avvengono, generano stupore, meraviglia, lasciano perplessi, quasi paura e sconcerto. Con occhi stralunati si cerca una motivazione pragmatica che non si trova e allora l’unica spiegazione plausibile, è quella di un messaggio dall’Alto, ma per accoglierlo occorre avere un cuore aperto e disponibile.

Don Milani diceva che questa società ha bisogno di slancio pastorale capace di cogliere il buono fuori dagli schemi e di saper trovare i segni di Dio per annunciare la Sua presenza. Per l’agnostico tutto ciò appare incomprensibile, fuori da ogni logica comune, ma per il credente ogni segnale sarà fonte di maggiore credo che lo porterà ad avvicinarsi, a comprendere maggiormente i dogmi di una religione basata esclusivamente da una fede assoluta e cieca.

Le testimonianze di questi segnali sono tantissimi, riconosciuti dalla stessa Chiesa, tocca a ciascuno trovare il tempo per scoprirli, trovarsi uno spazio per lasciarsi dietro la complessità della vita e provare a riflettere che facciamo parte di un grande progetto dove a muovere le fila è Dio e tutti noi non possiamo fare altro che lasciarci guidare amorevolmente da quella mano divina che invisibilmente ci accarezza, ma se noi siamo ciechi e sordi e ci chiudiamo nel nostro solito solipsismo,  perderemo  quel percorso esperibile tendente ad essere sicuramente migliori.

 

Gabriella Fortuna

 

Lo scopo di un'opera onesta è semplice e chiaro: far pensare. Far pensare il lettore, lui malgrado

Paul Valéry