Religione
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Noto (Siracusa), 9 febbraio 2015 – Cattedrale gremita per l'apertura dei festeggiamenti in onore del Santo Patrono della Città di Noto e compatrono della Diocesi. Una tradizione, quella della traslazione dell'arca sull'altare maggiore, che quest'anno ha più di un motivo per essere tappa storica. 1515-2015 cinquecento anni fa Corrado Confalonieri, l'eremita, veniva beatificato; un anniversario che verrà celebrato in maniera solenne per un intero anno. Per cui la sera del 7 Febbraio 2015 si è aperta non solo la ricorrenza del 19 ma un anno intero di festeggiamenti ed a presentare quanto succederà il Vicario episcopale per la cultura Don Ignazio Petriglieri, collaborato dal Direttore dei Beni Culturali della Diocesi Salvatore Maiore. La prima parte della serata ha visto anche la presenza del Rettore del Seminario Padre Luigi Vizzini, il restauratore dell'arca Luciano Bombeccari, in prima fila le autorità cittadine, il Sindaco Bonfanti e il Presidente del Consiglio Comunale Corrado Figura. Tra un intervento e l'altro sono stati proposti dei passi e la preghiera del libro "San Corrado racconta" scritto dal Vescovo Mons. Antonio Staglianò, a cura di Sebastiano Lo Monaco, Direttore Artistico del Teatro "Tina Di Lorenzo" di Noto. 

Nella particolare serata anche la consegna dei quattro grifoni e dell'aquila, restaurati, che completano così (adesso manca solo un intervento al Cristo risorto e l'instalazione del sistema di controllo dell'umidità) il previsto restauro dell'argentea Arca che custodisce le spoglie di Corrado Confalonieri. La cui bellezza è peculiarità storica-artistica è stata illustrata nei dettagli da Don Petriglieri: "L'autore dell'arca ha avuto delle felici intuizioni, una in particolare è quella di mettere al centro la fede. Ci sono tre livelli: il primo è il fercolo con i quattro grifoni, figura questa molto antica che ci arriva dal medioriente, metà aquila (la natura divina) e metà leone ( la natura umana) rappresentativa della doppia natura di Cristo. Il secondo livello è rappresentato dall'urna, con i suoi quattro lati dove sono raffigurati i 12 apostoli e poi San Nicolò, a cui è dedicata la nostra Basilica, e ovviamente San Corrado. Terzo livello è il Cristo risorto, e quindi la ratifica della promessa di Dio". Parlando di Arca anche il restauratore Luciano Bombeccari ha raccontato questi due anni di lavoro con la dottoressa Zacco. "Stasera però io voglio evidenziare la grande devozione che ho riscontrato, e quanto è stato possibile fare di più grazie alla Commissione, creata ad hoc, alle Associazioni dei portatori di San Corrado e dei Cilii. Li ringrazio tutti". Ma anche l'impegno di Bombeccari non è passato inosservato se al termine del suo intervento il Presidente dell'Associazione portatori di San Corrado, Michele Faraone, lo ha insignito del titolo di socio onorario. Prima del momento della traslazione, sempre molto toccante e partecipato, è intervenuto il Sindaco, Corrado Bonfanti: "É un momento storico ed in esso quasi casualmente, ma forse dobbiamo vederci una volontà superiore, ci sono da registrare due eventi: il primo è senz'altro il restauro dell'arca, non previsto ed in più completato proprio adesso, e poi la riqualificazione della piazzetta Marconi, dove c'è la statua del nostro Patrono. Anche in questo caso un intervento resosi necessario ma non programmato; due eventi non previsti e che San Corrado ha voluto. Apriamo questa festa e l'anno intero con la speranza e l'augurio che il senso di Comunità, quello di fedeli attorno al nostro Patrono, ma anche civile possa, accompagnarci sempre". Le note dell'Inno e le voci dei fedeli poi prendevano il sopravvento su tutto per accompagnare l'arca sino all'altare maggiore.

 

Lo scopo di un'opera onesta è semplice e chiaro: far pensare. Far pensare il lettore, lui malgrado

Paul Valéry

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