Religione
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Ragusa, 14 marzo 2015 – Ha avuto inizio stamane, nella sede del Seminario Vescovile di Ragusa, il convegno regionale congiunto del MEIC e della FUCI sul tema "Territorio e Ambiente: l'urgenza di una strategia per il futuro", alla presenza di oltre 100 giovani fucini e adulti soci del MEIC provenienti da tutta la Sicilia.

 

Dopo il saluto di Elisa Di Pasquale, presidente del MEIC di Ragusa, che ha ringraziato la diocesi, il comune e la banca agricola di Ragusa per aver sponsorizzato il convegno, i cui interventi verranno integralmente pubblicati su Insieme e su Radio Karis, il vescovo Paolo Urso ha dato il benvenuto della chiesa ragusana ricorrendo a un famoso brano di Cechov sul rispetto della foresta per dare il "senso generale" della due giorni del convegno, sorprendendo gli astanti per la sua consueta profondità e originalità di parola e di spirito.

 

Hanno portato il loro saluto anche Alfio di Pietro, coordinatore della Consulta regionale delle Aggregazioni laicali, che ha citato l'ambiente come uno dei temi d'azione del nuovo Tavolo regionale della Fraternità, Sebastiano Di Stefano, coordinatore della Cdal di Ragusa, che ha rappresentato l'accoglienza delle aggregazioni laicali della diocesi di Ragusa, Paolo Baroni, vice presidente nazionale della FUCI, che ha sottolineato l'importanza del convegno di Ragusa quale segno positivo di un "patto fra generazioni", incubatore di esperienze e occasione di formazione dinanzi alle sfide della realtà contemporanea.

Beppe Elia, presidente nazionale del MEIC, alla sua prima uscita ufficiale dopo l'assunzione del mandato, ha invitato ad uscire dal pessimismo partendo dalla forza propulsiva delle realtà ecclesiali locali, che possono essere determinanti della vitalità della chiesa nella società.

 

Anna Giulia Marino ha moderato i lavori. Annalisa Coltraro, incaricata regionale della FUCI, ha esortato ad essere sentinelle del creato, stimolando l'etica civile e una politica di prevenzione e non dell'emergenza, citando anche l'esempio virtuoso di Gard Med, progetto di salvaguardia del creato e del lavoro in Sicilia, opera educativa per la conversione ecologica.

 

Don Cesare Geroldi SJ, commentando la citazione biblica "perché lo coltivasse e lo custodisse" (Gen 2,15), ha offerto stimoli significativi per un approccio biblico teologico al problema del rapporto fra uomo e creato, che và ribaltato recuperando il senso del limite e del servizio responsabile dell'essere umano sulla terra, che non gli appartiene ma nella quale è ospite chiamato a valorizzare e alimentare la vita e la bellezza, non il possesso arbitrario.

 

Giorgio Flaccavento, facendo riferimento alla saggezza profonda dei nostri agricoltori, ne ha ricordato la coscienza non ipocrita del limite dell'azione umana rispetto al primato della natura, mentre Fabio Caporali, docente di ecologia, coordinatore dell'osservatorio nazionale per l'ecologia del MEIC, ha evidenziato la contraddizione fra il messaggio della CEI laddove afferma che "la Terra appartiene all'uomo" e la sensibilità che avverte che "l'uomo non è padrone della terra", segnalando che la gerarchia è Dio, Terra, Uomo e non Dio, Uomo, Terra.

 

I lavori proseguiranno nel pomeriggio con le relazioni di Ugo Salinitro della Facoltà di Giurisprudenza dell'Università di Catania, Fabio Caporali dell'Università della Tuscia e Giuseppe Rossi, della Facoltà di Ingegneria di Catania (vedi programma già inviato alla stampa).

 

Lo scopo di un'opera onesta è semplice e chiaro: far pensare. Far pensare il lettore, lui malgrado

Paul Valéry

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