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La testimonianza di Giuseppe Costanza, sopravvissuto alla strage di Capaci, ha aperto ieri pomeriggio a Modica il ciclo de “Gli appuntamenti del giovedì” promossi per celebrare i 25 anni della libreria “La Talpa”. Lucida e drammatica la sua denuncia: «i morti sono ricordati ma dei vivi non sanno cosa farsene»

 

Modica, 16 novembre 2018 – “I morti sono giustamente ricordati ma dei vivi non sanno cosa farsene”. Parole amare e profondamente deluse quelle utilizzate da Giuseppe Costanza, autista ed uomo di fiducia del giudice Giovanni Falcone, miracolosamente scampato alla strage di Capaci del 23 maggio 1992, quando persero la vita lo stesso giudice, la moglie Francesca Morvillo e i tre agenti della scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro, ieri sera a Modica per inaugurare il primo di un ciclo di cinque appuntamenti organizzati dalla libreria “La Talpa” in occasione del venticinquesimo anniversario di attività. 

Gli appuntamenti sono promossi in collaborazione con Paesaggio Barocco – Enoteca Cioccolateria “Sotto San Pietro”, e con il patrocinio del Comune di Modica. Giuseppe Costanza viaggiava a bordo della Fiat Croma bianca, in quel momento guidata da Falcone, e si salvò, ma questa fu, secondo lui, la sua stessa condanna. Una testimonianza lucida raccolta da Riccardo Tessarini nel libro biografico edito da Minerva dal titolo "Stato di abbandono - Il racconto di Giuseppe Costanza: uomo di fiducia di Giovanni Falcone", i cui proventi saranno devoluti in beneficenza. E’ stato lo stesso Costanza a raccontare la sua preziosa testimonianza e drammatica esperienza nei locali della Società operaia di Modica, in corso Umberto, 157. 

Finalista del "Premio Letterario Giornalistico Piersanti Mattarella" che verrà assegnato il prossimo 24 novembre a Palermo, l'opera racconta dei momenti di vita vissuta accanto a Giovanni Falcone affrontando la paura a viso aperto e del dramma personale sofferto dopo l'attentato in quanto dipendente civile del Ministero della Giustizia: da "uomo scomodo", Costanza non solo non si è visto riconoscere il ruolo di servitore dello Stato impegnato sul fronte della lotta per la legalità a rischio della propria vita, ma a lungo ha dovuto subire anche l'indifferenza e le umiliazioni della burocrazia, delle istituzioni e dei media, come se l'essere sopravvissuto non facesse di lui una vittima ma addirittura un colpevole, mentre non mancava chi approfittava del crescente e positivo sentimento antimafia solo per farne un palcoscenico da sfruttare. 

Il racconto delle tante contraddizioni ed ipocrisie sullo sfondo del periodo forse più drammatico nella storia della Repubblica, i cui contorni ancora oggi appaiono poco chiari, alcune verità persino fuorvianti.  "Dopo anni di lettere, proteste, piccole vittorie e ancora altre umiliazioni, nel 2004 sono stato dispensato dal servizio" ha raccontato Costanza.

“Pensavo di poter dare ancora tanto alle istituzioni, pensavo di poter dare un contributo importante nell'organizzazione di un servizio delicato come quello dell'autoparco del tribunale di Palermo, impegnato a stretto contatto con i servizi di scorta. Ma, evidentemente, mi sbagliavo. Mi hanno rottamato mettendomi a fare fotocopie e facendo in modo che non potessi fare domande come chiedendomi perché il notebook su cui Falcone annotava tutto, lasciato sulla sua scrivani al Palazzo di giustizia, fu trovato vuoto”. Giuseppe Costanza va in giro per le scuole di tutta Italia per parlare del “suo” giudice e della sua vita: “Non dobbiamo mai dimenticare”. 

I lavori, coordinati dalla giornalista Giada Drocker, hanno visto la presenza di Francesco Trombadore per la libreria “La Talpa” e di Daniele Pavone e Giorgio Solarino per Paesaggio Barocco. 

È intervenuto anche il sindaco Ignazio Abbate il quale ha spiegato di essere rimasto colpito dal fatto che “dopo 26 anni nessuno dalle istituzioni gli ha mai chiesto qualcosa su quel giorno o sulla sua vita quotidiana accanto al dott. Falcone. Anzi. Costanza è stato isolato e retrocesso nel suo lavoro, come se gli si volesse far espiare una pena per essersi salvato”.

In mattinata, inoltre, Costanza aveva avuto modo di confrontarsi con gli studenti delle quarte e quinte classi del liceo scientifico Galileo Galilei grazie alla disponibilità del dirigente scolastico Sergio Carrubba. 

Il prossimo appuntamento è il 22 novembre con Vittoria De Marco Veneziano, scrittrice e giornalista.

 

 

Lo scopo di un'opera onesta è semplice e chiaro: far pensare. Far pensare il lettore, lui malgrado

Paul Valéry

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