- Autore: Marinella Tumino
- Editore: Il seme bianco
Ragusa, 18 aprile 2019 – All’Auditorium Santa Teresa di Ibla, alla presenza di un folto pubblico, è avvenuta la presentazione dell’ultimo romanzo della scrittrice Marinella Tumino.
«Poco più un anno dall’uscita del volume L’Urlo del Danubio, e Marinella Tumino ci sorprende con un romanzo diverso, Oltre il cielo di Istanbul. Esordisce così la relatrice Gaudenzia Flaccavento, la quale senza svelare troppo ma con una analisi accurata, ha messo in evidenza il tema del romanzo, ovvero, l’incontro tra Oriente e Occidente attraverso la storia d’amore di due personaggi contemporanei.
L’idea di scrivere questo romanzo è nata dopo i viaggi effettuati in terra turca dall’ autrice. Due volte a Istanbul, dove ha evidenziato la sintesi tra due mondi, due culture assolutamente diverse. Passeggiando per sue vie, visitando i suoi monumenti, quella dell’antica Bisanzio, ha gustato i piatti tipici e bevuto il çay (il tè turco). Era quella la location giusta per il suo romanzo. Istanbul, per la scrittrice è stato un viaggio nel viaggio. Scoprirne gli usi e i costumi e non solo. «I Dervisci si tolsero il mantello nero e col tipico copricapo, posizionati ai quattro angoli della stanza e uno al centro, iniziarono il rito chiamato Sema».
Ma sveliamo alcuni particolari chiave di questo romanzo: La protagonista è Greta, un’insegnante che ha fortuna di vivere un’esperienza che forse tutti sogniamo, un anno di insegnamento all’estero. E’ una donna che ama profondamente il suo lavoro ed la vita.
Visto che l’autrice è anch’essa un’insegnante ci si è chiesto: «Quanto c’è di autobiografico in questo romanzo?».
«La bellezza della scrittura – ha detto Marinella Tumino – si fonda sulla possibilità per l’autore di creare dei personaggi a suo piacimento, raccontare di protagonisti che a volte sfuggono dalla penna e che, cercano di prendere altra vita e altra forma… ribellandosi, essi, presto o tardi, si cristallizzano, creando pura magia. Ecco questa è la parola adeguata: la scrittura è magia! Greta, così come Matilde in Frammenti d’anima, (primo romanzo della Tumino) erano state progettate inizialmente in altro modo ma poi hanno preso forma diversa, tuttavia le loro azioni, il loro sentire, quindi le loro emozioni mi appartengono. Di loro conosco a fondo l’interiorità, non tanto come narratrice onnisciente ma perché posso dire che esse per tante cose già citate sono autobiografiche».