Ragusa e dintorni
Typography
  • Smaller Small Medium Big Bigger
  • Default Helvetica Segoe Georgia Times

Ispica, 18 settembre 2014 – Non è mancato neanche quest’anno il sentito messaggio di auguri del sindaco Piero Rustico inviato ieri ai Dirigenti scolastici, agli insegnanti, al personale ATA, alle famiglie ed agli alunni delle scuole della città, in occasione dell’inizio ufficiale dell’Anno Scolastico 2014/2015.

Nella lettera si legge: «Il mio ruolo mi offre oggi …  l’occasione di tornare ad augurare un buon lavoro a tutti coloro che per la scuola e nella scuola dedicano le proprie energie. Mi rivolgo in modo particolare ai piccoli e ai giovani che ritornando tra i banchi di scuola, sicuramente, vivono la “fatica” più grande di tutto il personale percorso scolastico. Ognuno di noi ha provato, infatti, la difficile sensazione di dover abbandonare la spensieratezza e la libertà dei giorni di vacanza per ritornare al chiuso di un’aula. Eppure, si arriva in una fase della vita in cui si ci ritrova a ricordare i giorni trascorsi a scuola quasi sempre con un sentire particolare che ci piace condividere con gli altri». Quello del sindaco è un invito ad «iniziare o riprendere la scuola con il necessario entusiasmo, convinti che nella vita è l’istruzione e la formazione che fanno la differenza tra essere uomini liberi e non esserlo; tra essere uomini capaci di interloquire a vari livelli con proprietà di argomenti e non esserlo; tra essere garanzia di crescita per sé e per gli altri e il non esserlo». 

Egli nella lettera ha rivolto il suo pensiero a chi nel passato tanto ha combattuto per dar vita ad una «Italia che fosse garante di diritti per tutti, con un’attenzione particolare allo studio proprio per questo suo essere opportunità di determinare la differenza». Nella lettera si legge il suo invito a riflettere che tanto «si è fatto ma oggi tutto l’impegno rischia di essere dimenticato o di non essere abbastanza in una società che si evolve anche per la presenza nella scuola di tanti che provengono da altre nazioni. «È questa una realtà in crescita anche nella nostra città e rappresenta un’opportunità di riflessione e di apertura culturale. La crisi economica, che inevitabilmente e pesantemente si riflette in tutti i settori, deve farci ricordare che tutto quello che abbiamo avuto e quello che ancora abbiamo non è certezza per la vita, da questo il dovere ancora maggiore dell’impegno quotidiano affinché si possa preservarlo e consegnarlo alle generazioni future ... nella condivisione e nella sinergia dei ruoli, pensando che sicuramente così si originerà il bene per il nostro Paese». Egli ha quindi ricordato con piacere «le occasioni in cui la scuola della nostra città è uscita fuori dal proprio recinto o ha aperto le porte dei propri confini per mostrare alla realtà esterna cosa con impegno quotidiano è capace di produrre ... Nel ricordo di quei momenti ci sono le tantissime occasioni vissute con la scuola, momenti ai quali ho partecipato sempre con gioia perché sono fermamente convinto dell’importanza di dover avere un’attenzione particolare per la cultura, al di là delle apparenze spesso dettate da situazioni contingenti che vanno ben oltre la propria volontà». La lettera si conclude con l’augurio sincero rivolto a tutta la scuola «di poter essere ogni giorno testimonianza viva e pulsante di crescita culturale e sociale, per sé e per gli altri, con la convinzione che tra le pareti di una scuola si cresce sotto ogni aspetto e che questo può continuare a rendere l’Italia una nazione straordinaria».

 

Lo scopo di un'opera onesta è semplice e chiaro: far pensare. Far pensare il lettore, lui malgrado

Paul Valéry