Siracusa e dintorni
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Siracusa ricorda Salvatore Gurreri. Una strada in memoria di un uomo che ha difeso Marina di Melilli con la propria vita

 

Siracusa, 15 novembre 2022 — Il minimo che si possa fare ad un uomo che ha dato la vita per difendere la propria terra è quello di dedicargli il nome di una via affinché il suo ricordo echeggi per sempre.

Un riconoscimento arrivato tardi, ma significativo perché vuol dire che, nonostante tutto, nonostante il decorrere del tempo, Salvatore Gurreri non è stato dimenticato.

Da oggi la bretella che collega Santa Panagia al Viale Scala Greca e che costeggia un noto supermercato, porta il nome di Salvatore Gurreri.

È giusto ricordare, soprattutto per i più giovani, che Gurreri era un signore che aveva tanto faticato per costruirsi un tetto e una famiglia in un posto baciato dal sole, in una splendida baia, un posto meraviglioso chiamato Marina di Melilli e nessuno avrebbe mai scommesso un soldo che per difendere quel luogo, avrebbe perso la vita.

La sua storia comincia quando, nel pieno sviluppo industriale degli anni ’80 e ’90 del secolo scorso, dei signori dal colletto bianco e cravatta scura gli chiedono gentilmente di lasciare la propria terra in cambio di un mucchietto di soldi. In quel luogo sarebbe nato un polo industriale da fare invidia all’Europa intera.

Gurreri costernato, rispose subito no a quella richiesta malsana e cercò di convincere anche gli altri abitanti di Marina a non cedere agli affari loschi dei più potenti. Per un po’ di tempo resistettero. Ma erano anni difficili, la disoccupazione dilagava, anni di disperazione e i residenti di Marina di Melilli, dietro alle continue minacce e ai soprusi insistenti, ad uno ad uno cominciarono a capitombolare. E davanti al dio danaro e dietro alla promessa di un lavoro certo, si arresero e caddero nelle trame fameliche dei più forti.  Gurreri però continuava a dire no. Sempre no; e i signori dalla cravatta scura tornarono e ritornarono e tornarono ancora per ricevere sempre un no. Mai avrebbe venduto la sua casa e mai avrebbe lasciato quella bella ubertosa terra baciata dal sole.

Salvatore Gurreri denunciò, incriminò, accusò, incolpò. Nessuno lo difese. Nessuno abbracciò la sua causa. Le sue "diffamazioni" rimasero lì, inascoltate e lui, solo lui, continuò a non piegarsi mai a una corruzione legittimata. Quella terra era troppo preziosa per cederla, per vederla sfruttata, per vederla deprivata di tanta verginale bellezza.

Salvatore Gurreri fu trovato morto incaprettato tra il 12 e il 13 giugno 1992 dentro la sua automobile. Un assassinio di chiaro stampo mafioso. Aveva pagato con la vita la logica dissacrante di un sistema viziato.

Gurreri ha pagato con la vita, difendendo con le unghie e con i denti e tutti noi purtroppo, stiamo pagando le conseguenze di un territorio deturpato dall’inquinamento e che sta causando morti e malformazioni nel famoso triangolo siciliano.

Oggi Marina di Melilli, quel meraviglioso lembo di terra dalla lunga bianca distesa di sabbia è come una puttana che aspetta il suo riscatto, dopo essere stata sfruttata fino all’osso.

Gabriella Fortuna

 

 

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(foto di Maria Antonia Lorefice per Biancavela Press: l'assessore Fabio Granata davanti alla targa che ricorda Salvatore Gurreri)

 

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