Spettacolo
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Il regista Sasà Neri: “In scena un puzzle ricomposto grazie agli spettatori”

 

Siracusa, 8 agosto 2014 – Dopo tre anni, sette spettacoli, tre flashmob, due stage e due maratone rispettivamente di 14 e di 24 ore consecutive, una a Messina e una a Roma, EsosTheatre, il “Teatro degli esoscheletri” di Sasà Neri, arriva a Siracusa. L’appuntamento è con “Il gioco 2011-2014” che porterà in scena 21 artisti domani sabato 09 agosto alle ore 21:00 a Siracusa, all’Antico Mercato di Ortigia, con il patrocinio del Comune di Siracusa, dell’Inda e dell’associazione Triade, presentato da QAProduzioni e prodotto da Luna Obliqua Teatro con iTAM. 

“Come in un gioco, pezzi di puzzle – spiega il regista Sasà Neri - saranno chiamati a caso e il puzzle si ricomporrà grazie alle scelte degli spettatori. Potremmo dire che come accade nelle Accademie tradizionali, alla fine di un percorso pluriennale mettiamo in scena la ‘derivata’ dell’intero percorso. Ma la vera ragione per cui facciamo ‘Il gioco’ sta nel fatto che abbiamo bisogno e voglia di tornare a celebrare il nostro pubblico. Come sa chi ci segue, tutto quello che accade in scena con EsosTheatre discende direttamente dalle reazioni degli spettatori”. 

“Inevitabilmente, dopo il tipo di lavoro che abbiamo fatto in questi tre anni, posso dire che, dietro tutto il bianco ed il nero degli Esoscheletri, ci sono quadri pieni di mille colori e che quella di EsosTheatre è una grande storia d’amore”, commenta Gianluca Minissale, performer e attore, autore di uno dei brani messi in scena, “Gratia mea”. “Il gioco” – dice Alessandra Borgosano, attrice, aiuto regista e autrice del brano “Piove” – “racconta quello che ci è accaduto in tre anni, una grande, continua emozione, che speriamo di riuscire a trasmettere al nostro pubblico”. “Le tecniche che vengono insegnate in Accademia sono importanti, come negarlo?”, aggiunge Luciano Accordi, attore “Esos” e allievo Eutheca, autore di “Storto”, uno dei testi del “Gioco”. 

“Ma ciò che EsosTheatre fa scoprire di se stessi agli artisti, il modo in cui gli artisti diventano ‘strumenti di espressione’, la maniera in cui fa interiorizzare le tecniche, le fa possedere fino in fondo, senza che mai risultino una forzatura rappresentano “un moltiplicatore di capacità e di consapevolezza”. “EsosTheatre non mi lascia andare e io non lascio andare EsosTheatre”, gli fa eco William Caruso, altro artista “Esos” approdato all’Accademia di alta formazione per le arti del Teatro e del Cinema di Roma. Per concludere con Margherita Frisone, attrice “Esos” e allieva della Fonderia delle Arti di Roma di Dino Scuderi e Giampiero Ingrassia : “EsosTheatre ti insegna a vivere ‘dentro’ te stesso, e contemporaneamente a ‘essere’ nel mondo. Non riesco a immaginarmi senza gli Esoscheletri”.

 

Lo scopo di un'opera onesta è semplice e chiaro: far pensare. Far pensare il lettore, lui malgrado

Paul Valéry