Economia e Lavoro
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#Ragusa, 14 dicembre 2015 – L’Organismo italiano di valutazione ha approvato i PIV, Principi italiani di valutazione, che entreranno in vigore il prossimo 1 gennaio e sono stati pubblicati in un volume di circa quattrocento pagine. 

I principi di valutazione colmano uno spazio vacante e possono essere una occasione di crescita per la professione dei dottori commercialisti. Fino ad oggi, infatti, l’attività di valutazione non ha avuto una framework di riferimento condiviso. I PIV sono una grande opportunità per fare mettere in linea i professionisti con le best practies internazionali nell’area delle valutazioni e migliorare pertanto la professionalità di dottori commercialisti ed esperti contabili nel filone della consulenza aziendalistica. 

La materia è stata oggetto di un seminario che, tenutosi venerdì scorso nella sede dell’Ordine, in via Martoglio a Ragusa, ha fatto il punto sul ruolo del professionista nelle valutazioni economiche alla luce dei Principi italiani di valutazione. 

Apre i lavori il presidente dell’Ordine, Daniele Manenti: “I Piv – dice – rappresentano uno standard di riferimento per eseguire le valutazioni non solo d’azienda ma anche di beni immobili, asset, azioni, partecipazioni e quant’altro e questo rappresenterà per la nostra professione la possibilità di creare una specializzazione nell’area della valutazione aziendale. Si ispira ai principi di valutazione internazionale e quindi forma le linee guida che i valutatori devono applicare quando ricevono l’incarico. Cambierà l’approccio sia per i professionisti sia per i committenti perché in questo caso la possibilità di individuare valori irragionevoli sarà certamente ridotto esistendo, come specificato, delle linee guida”. 

In qualità di relatori intervengono Daniela Ruggeri, docente a contratto di Finanza e valutazione d’azienda presso l’Università di Catania, Facoltà di Economia e commercio, e Carmela Rizza, professore aggregato di contabilità e bilancio e analisi di Bilancio nella stessa Facoltà. Il dottore commercialista Angelo Firrito ha invece messo a confronto i metodi di valutazione, soffermandosi sugli aspetti pratici. “E’ un processo, quello di valutazione – dice – assolutamente soggettivo che però deve basarsi su parametri oggetti. Si arriva quindi a una stima che assume un valore di riferimento di una certa importanza”.

 

Lo scopo di un'opera onesta è semplice e chiaro: far pensare. Far pensare il lettore, lui malgrado

Paul Valéry

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