Incontro al Teatro Regina Margherita di Caltanissetta
Canicattini Bagni (Siracusa), 23 aprile 2015 – «Considerata la situazione di stagnazione politica e amministrativa nel quale si trova la Regione, mentre i Comuni e i siciliani sono sempre più nella disperazione, qualcuno deve assumersi la responsabilità di staccare la spina a questo Governo regionale”.
Così il Vice Presidente di AnciSicilia, Paolo Amenta, Sindaco di Canicattini Bagni, e responsabile delle Politiche di Sviluppo e Sociali dell’Associazione dei Comuni siciliani, dopo l’importante assemblea che martedì si è tenuta al Teatro Regina Margherita di Caltanisetta, presenti più di 400 tra Sindaci, Amministratori, Associazioni del territorio, Movimenti e Cittadini.
Un momento di confronto tra gli amministratori locali e le realtà che operano e vivono il territorio, al quale hanno dato la propria adesione anche le forze sociali e di categoria, per uscire dal tunnel dell’incertezza nel quale la politica siciliana e il Governo regionale hanno isolato la Sicilia, privando i siciliani di ogni prospettiva di sviluppo e, soprattutto, della speranza di vedere rinascere questa terra.
E al Teatro Regina Margherita a risuonare è stato un unico grido d’allarme proveniente da tutti i soggetti presenti, dai Sindaci, dalle Imprese, dai Movimenti, dal Terzo Settore, dal variegato mondo del Precariato.
«Un grido che nello stesso tempo ha chiesto con forza ai noi Sindaci, che non siamo controparte dei nostri cittadini e dei nostri territori, ma come loro vittime di politiche scellerate a livello regionale e nazionale – ha aggiunto Paolo Amenta - di farci carico di quel cambiamento, non più rinviabile, nella politica così come nel modello di governo di una Regione sempre più commissariata dallo Stato, e non più in grado di dare alcuna risposta ai Comuni, già al collasso. Una Regione prigioniera della politica delle poltrone, impossibilitata ad uscire da una crisi finanziaria e di liquidità, che sta interamente scaricando sui Comuni, in termini di tagli alle risorse, ai servizi sociali, alle infrastrutture.
Una Regione – prosegue ancora il Vice Presidente di AnciSicilia – che non ha un programma ed una visione per il futuro, per i nostri giovani (la disoccupazione giovanile va oltre il 65% mentre quella generale viaggia oltre il 35%), incapace a varare quelle riforme indispensabili per farci andare avanti: dal Piano regionale per i rifiuti; al Sistema idrico integrato con l’acqua pubblica; alla riforma delle ex Province; ad una programmazione per lo sviluppo sostenibile, quindi diversa da quella che si è fatta sinora e che non ha permesso di utilizzare tutti i fondi europei; all’applicazione in Sicilia del Federalismo Fiscale con la possibilità di godere anche noi delle previste compensazioni infrastrutturali.
E allora – sottolinea Amenta – consapevoli di un quadro ormai desolante, di una Sicilia sempre più isolata, non solo a livello di viabilità e di comunicazione, ma anche dallo Stato centrale, spetta ai Sindaci, assieme ai loro cittadini e a tutte quelle forze sane e produttive che non voglio spegnere la fiammella della speranza, farsi carico di aprire una nuova pagina e, questa volta davvero, “fare girare verso alla Sicilia”.
Martedì a Caltanisetta – ricorda il Vice Presidente Amenta - quella che abbiamo chiamato “Proposta Civica” ha iniziato a riempirsi di contenuti che porteremo nel confronto con i cittadini e i territori, per renderli condivisi e partecipati.
Con questo patrimonio di idee e di proposte ci confronteremo altresì, ancora una volta, con la politica isolana, e se continuerà a non sentire le grida di dolore che arrivano dai Comuni e dal basso, come hanno auspicato tutti gli interventi al Teatro Regina Margherita, i Sindaci abbiamo il dovere e l’obbligo etico e morale nei confronti dei nostri cittadini, di trasformare quella “Proposta Civica” in “Proposta di Governo”.
Dopodiché – conclude Paolo Amenta – ognuno lo chiami come vuole “partito dei Sindaci” o altro, noi sappiamo che non possiamo restare inermi a vedere morire questa terra e la nostra gente. Per cui, così come abbiamo fatto e stiamo continuando a fare nei Comuni assieme al Volontariato davanti al dramma immane dell’immigrazione, non esiteremo a scendere in campo, mentre tutti da anni continuano a parlare e il Mediterraneo a riempirsi di vittime innocenti.
In tutto questo, non può restare a guardare neanche il Governo nazionale con il quale più volte ci siamo confrontati, spesso inascoltati. Vuol dire che gli ricorderemo il dramma dei Comuni siciliani, festeggiando a Roma davanti a Palazzo Chigi, con tanto di fasce tricolore, la Festa della Regione Sicilia».