Ce ne parla Michele Carnemolla, micologo, da anni impegnato nella ricerca di questa particolare specie di funghi nell’estremo sud della Sicilia. Il suo sogno è far riconoscere ai tartufi iblei la denominazione di origine protetta
#Ragusa, 1 febbraio 2016 – Tra i boschi dei Monti Iblei si nascondono i corpi fruttiferi di funghi che nascono e vivono sotto terra: i cosiddetti tartufi. Crescono spontaneamente nel terreno, accanto ai pini di cui è ricca la flora del nostro territorio. I tartufi iblei non sono noti come quelli piemontesi, umbri o marchigiani e la loro scoperta è avvenuta di recente (attorno agli anni novanta ma con attestazioni risalenti al 1800) eppure hanno caratteristiche organolettiche degne di apprezzamento e con peculiarità che, una volta valorizzate, permettono di esaltare una vera e propria ricchezza della nostra terra.
Lo racconta il micologo Michele Carnemolla da anni impegnato nella ricerca di questa particolare specie di funghi nell’estremo sud della Sicilia.
Michele Carnemolla è diventato micologo dopo aver seguito per due anni un percorso formativo presso la Scuola Micologica Siciliana - diretta dal professore Gianrico Vasquez - unico ente del centro sud abilitato alla formazione di micologi professionisti esperti di funghi e tartufi. Fa anche parte dell’Associazione Italiana Micologi e ha addestrato personalmente il suo cane, un Lagotto Romagnolo femmina che si chiama Luna, alla ricerca dei tartufi con risultati sorprendenti: in circa un anno i ritrovamenti sono stati sempre più frequenti, soprattutto tra le zone meno battute di Chiaramonte, dove il terreno è favorevolmente calcareo.
“Il mio obiettivo come micologo è quello di far conoscere i nostri tartufi, ignorati da anni - racconta Michele Carnemolla - e trasformare le serre orticole in fungaie redditizie”. Ma non solo. Un grande sogno del micologo ragusano è far riconoscere ai tartufi iblei la denominazione di origine protetta, il cosiddetto marchio DOP: viene attribuito dall’Unione Europea agli alimenti le cui peculiari caratteristiche qualitative dipendono dal territorio in cui sono prodotti. Una strada lunga ma non impossibile da percorrere “prima di ogni cosa - dice Carnemolla - bisogna sensibilizzare tutti, compresi i bambini, alla conoscenza dei funghi epigei spontanei, anche i famosi porcini che si trovano nelle nostre zone”.
I tartufi, un segreto svelato tra gli Iblei
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