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7 ottobre, Carcere di Augusta - Brucoli

 

 

Augusta, 4 ottobre 2016 – Il perdono come sentimento di riconciliazione che supera ogni offesa e ogni delitto. “La libertà del perdono” è il titolo del convegno che avrà luogo venerdì 7 ottobre, nella casa di reclusione in contrada Piano Ippolito ad Augusta. L’iniziativa è promossa dalla Società di San Vincenzo De Paoli in collaborazione con il ministero della Giustizia.

I nuovi modelli di giustizia, nella loro declinazione laica, prendono in considerazione l’aspetto riparativo e l’incontro tra reo e vittima. La via della giustizia “ad effetto” non sembra quella più conveniente. 

Il convegno è abbinato al premio “Carlo Castelli” per la solidarietà, giunto all’ottava edizione, riservato ai detenuti delle carceri italiane. La cerimonia di assegnazione dei premi si terrà quest’anno la mattina di giorno 7 ottobre nella Casa di Reclusione di Augusta - Brucoli a partire dalle ore 10, alla presenza di una folta rappresentanza di volontari dell’Associazione San Vincenzo De Paoli, autorità, invitati e persone detenute. Tutte le opere finaliste sono raccolte in una pubblicazione dal titolo “Sete di perdono”, che sarà distribuita nel corso della cerimonia stessa. 

“Per noi è un onore e un piacere – ha commentato Camillo Biondo della Società San Vincenzo De Paoli - ospitare il premio nazionale Castelli, dedicato ad un nostro volontario che si è dedicato ai carcerati, lasciando una testimonianza importante. Siamo giunti ormai all’ottava edizione e la qualità degli elaborati e la partecipazione lascia sempre stupita la giuria. Nel pomeriggio rifletteremo su un tema molto attuale che mette in crisi e non lascia spazio alla razionalità, ma deve essere vissuto come dono”.

 

La Giuria del Premio “Carlo Castelli” per la solidarietà ha reso noto i nomi dei tre vincitori e dei dieci segnalati della ottava edizione del concorso riservato ai detenuti delle carceri italiane, avente per tema “Il cuore ha sete di perdono”: primo posto a Diego Zuin - “E allora ti chiedi”; secondo a Simone Benenati - “Perdonare: una grazia infinita da dare e ricevere”; terzo classificato, Domenico Auteritano - “Notti tra Morfeo e morfina”. 

Segnalati: Francesco De Masi – “Seconda chance” ; Daniele Liseno – “Citando Bukowski”; Vincenzo Ruggieri – “Testimonianza della mia vita”; Nazareno Caporali – “Perché perdonare? La storia di Carla e Marco”; Giovanni Nigro – “I magnifici 7”; Giuseppe Musumeci – “Il lupo e l’agnello”; “Sasà” –“ Un’identità sciupata”; Salvatore Perricciolo – “Un domani migliore”; Valerio Sereni – “Nuovi occhi” ; Alessandro Cozzi – “Giovanni”.

Segnalazione fuori concorso:  “Domenico Pi” -  “I dialoghi di un tonno”  

Ai tre vincitori vanno rispettivamente 1.000 – 800 e 600 euro, con il merito di finanziare un progetto di solidarietà. Infatti, a nome di ciascuno dei tre vincitori saranno devoluti, nell’ordine: 1.000 euro per finanziare l’acquisto di attrezzature e materiale didattico di un’aula scolastica in India; 1.000 euro per un progetto formativo e di reinserimento sociale di un giovane adulto dell’IPM “Malaspina” di Palermo; 800 euro per  l’adozione a distanza di una bambina del Kazakistan per 5 anni. 

Il Premio Castelli, che ha ottenuto i patrocini di Senato, Camera e Ministero della Giustizia, richiedeva di sviluppare il tema “Il cuore ha sete di perdono”. Sono pervenuti alla giuria 166 elaborati provenienti da 80 diversi istituti penitenziari.

 

 

Il Premio “Carlo Castelli” nel suo appuntamento annuale col carcere, non poteva ignorare il richiamo così forte di Papa Francesco, che attraverso il Giubileo della Misericordia ci sollecita ad occuparci di “perdono”, come sentimento di riconciliazione che supera ogni pochezza umana, ogni offesa, ogni delitto. Ciò vale tanto più in un “mondo” – quello penitenziario – in cui la pena significa essenzialmente privazione e sofferenza, rifiuto, recidiva, stigma.

Anche i nuovi modelli di giustizia, nella loro declinazione laica, prendono in seria considerazione l’aspetto riparativo e l’incontro tra reo e vittima, ovvero la mediazione penale di cui da anni si sperimentano gli effetti incoraggianti, senza che nelle sedi istituzionali si riesca a decidere un radicale mutamento di rotta.

Nel pomeriggio, alle ore 14.30, il convegno dal titolo “La libertà del perdono” che svilupperà il tema del concorso attraverso le relazioni di Luigi Accattoli, giornalista e scrittore; Renato Balduzzi, docente e membro laico del CSM; Giovanni Bachelet, figlio di Vittorio, docente, noto per il suo impegno sociale e politico di cattolico; Maria Falcone, attiva nel promuovere l’educazione alla legalità e all’impegno civile; Caterina Chinnici, magistrato, europarlamentare, figlia del giudice Rocco; Angelica Musy, che attraverso il Fondo intestato alla memoria del marito Alberto opera per il reinserimento di ex detenuti. Interverrà Santi Consolo, Capo Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria. I lavori saranno introdotti da Antonio Gianfico, presidente nazionale della Società di San Vincenzo de Paoli; Antonio Gelardi, direttore della casa di reclusione di Augusta; Gianfranco De Gesù, Provveditore regionale Amministrazione penitenziaria.

Il convegno vuole  provocare una riflessione approfondita su un tema “caldo”, in un particolare momento storico in cui si assiste alla depenalizzazione di alcuni reati cosiddetti minori, per poi introdurne di nuovi, persino inutili e controproducenti. Il miglior deterrente resta sempre la prevenzione e poi la responsabilizzazione di chi commette reati. Il perdono è lo strumento più faticoso in assoluto, ma è l’unico che libera chi lo concede da una gabbia di dolore, offrendo a chi lo riceve la chiave del cambiamento per uscire dalla sua. Se è facile perdonare una piccola offesa, il senso profondo del perdono va invece ricercato nell’ “imperdonabile”, nell’oltraggio più tremendo, quello che “grida vendetta”, che appare impossibile da perdonare.

 

Lo scopo di un'opera onesta è semplice e chiaro: far pensare. Far pensare il lettore, lui malgrado

Paul Valéry

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