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Ragusa, 13 dicembre 2016 – Mario era lì con i suoi affetti più cari:   Antonella e Valentina, le figlie,  con sua moglie Maria  e il piccolo Giovanni, suo nipote. Ma anche tanti amici e parenti e tutto il personale della SUAP dell’Asp, guidata dal Dr. Giovanni Ragusa.

 

Il direttore generale, dr. Maurizio Aricò ha rivolto parole di apprezzamento per la forza che mette nell’affrontare la malattia. Le opere di Mario narrano questo periodo della sua  vita come un diario. Un  viaggio che lo ha portato a  vivere esperienze molto intense e a darci delle risposte sull’esistenza.

«Il titolo dell’album “Groviglio di pensieri” – dice Aricò – fa capire  cosa c’è davvero in quel groviglio in cui noi non riusciamo a vedere più di tanto. Certamente, lui Biagio, vede molto più di quello che noi siamo in grado di leggere. Il  suo quadro “Farfalla” mi saluta tutte le mattine quando arrivo in ufficio e mi ricorda che un uomo in difficoltà, uno che molti sarebbero pronti a dire che “non ha più molto da dire,  ha generato un quadro che mi trasmette sensazioni e messaggi pieni di significato, tutti i giorni.» 

Antonella, figlia di Biagio e curatrice dell’album, ha voluto ringraziare tutti i partecipanti e coloro che, a vario titolo,  si sono adoperati per la realizzazione di un momento davvero speciale per il suo papà e per tutta la sua famiglia. «Papà – ha detto Antonella – nella sua “prima” vita, in salute, con le gioie e i dolori dell’esistenza media è stato abile con le mani, prediligendo il figurativo e la ritrattistica nel continuo inseguire la bellezza del Creato in un tramonto o un viale alberato. Ma ha avuto l’opportunità, rara e terribile, di “sperimentare la morte da vivo”, come egli stesso ha avuto modo di dire, e di rinascere dunque dal dolore, in una nuova forma, quella del bozzolo che attende di rilevarsi in una farfalla  che non può essere vista da tutti. “Non si vede che con il cuore”.»   

Mario ha affidato la speranza di una vita serena agli unici travagliati movimenti che la malattia ha lasciato alle sue dita. La tela è stata fornita dall’accorata cura della struttura che gli ha messo a fianco l’animatrice, Mimma Campailla, che  con entusiasmo gli ha “passato i colori”.

 

Lo scopo di un'opera onesta è semplice e chiaro: far pensare. Far pensare il lettore, lui malgrado

Paul Valéry

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