Ragusa, 16 febbraio 2017 – L’alcolismo è una malattia cronica, capace di causare delle modificazioni comportamentali, creare danni fisici, psicologici e psichiatrici; non è vero che si può smettere quando si vuole; determina dipendenza, assuefazione e può anche provocare sindrome di astinenza.
Un quadro devastante, quello dipinto ieri sera nell’auditorium della parrocchia Preziosissimo sangue di via Ettore Fieramosca in occasione dell’iniziativa denominata “Nuove drammaturgie sociali – Io bevo sicuro” inserita dall’ufficio diocesano per la Pastorale della salute, in collaborazione con l’associazione Amethystos, nel programma della Giornata mondiale del malato. Numerosi i partecipanti all’appuntamento che si è tramutato in un messaggio educativo attraverso la rappresentazione scenica trasmesso ai numerosi giovani presenti (c’erano anche gli allievi della scuola Basaki di judo oltre ad alcuni ragazzi della casa famiglia Rosetta). Hanno partecipato anche il comandante provinciale dei carabinieri, Federico Reginato, e l’assessore ai Servizi sociali, Gianluca Leggio. “Abbiamo voluto proporre un connubio tra drammaturgia e tematiche sociali – spiega Alessia Russo, presidente di Amethystos – mettendo in scena le tematiche sociali, in questo caso l’alcolismo. I due attori che hanno dato il via all’appuntamento, Germano Martorana e Irene Cascone, hanno recitato due monologhi con un finale aperto. Germano ha anche interagito con il pubblico e ne sono venute fuori riflessioni molto interessanti”.
“Anche tramite la visione di una clip, nella fattispecie il video Assenzio di J-Ax e Fedez – chiarisce don Giorgio Occhipinti, direttore della Pastorale della salute – abbiamo cercato di coinvolgere i più giovani.
Oggi sempre di più, il mondo delle canzoni risulta produrre testi impegnati, sollecitando il pubblico giovanile a un’attenta riflessione su alcune tematiche”. Poi, l’intervento di un alcolista anonimo che ha riportato la propria esperienza. “Ho 48 anni – ha sottolineato – e ho cominciato a bere da quando ne avevo tredici. A 40 anni ho incontrato l’associazione alcolisti anonimi e da quel momento ho preso consapevolezza di come avrei potuto sconfiggere questo mostro che mi divorava. Non è vero che si può smettere quando si vuole. L’alcolismo è una malattia, vera e propria. E va curata”.
Il medico specializzato in Igiene di medicina preventiva e Sanità pubblica, Mario D’Asta, ha illustrato come l’alcolismo può determinare danni a terze persone, problematiche relazionali al lavoro, violenza in famiglia. “Conoscere il problema – ha messo in rilievo – significa non solo potere intervenire ma anche prevenirlo. Ecco perché è indispensabile una rete sociale e sanitaria. E’ necessaria la consapevolezza di cosa sia il problema”. Maurizio Nicastro, autore, regista teatrale e televisivo, ha parlato dei percorsi che, attraverso il teatro, e non solo, aiutano a rendere edotto il pubblico su determinate questioni sociali che, come in questo caso, non possono passare sotto silenzio ma hanno bisogno di essere messe in rilievo per consentire alle istituzioni di intervenire.
Ha presentato i vari interventi Valentina Di Martino, vice presidente di Amethystos.
Al termine, don Occhipinti, oltre a ringraziare i presenti, ha messo in rilievo la disponibilità del parroco del Preziosissimo sangue, don Giuseppe Russelli, nell’accogliere la speciale iniziativa. Che merita senz’altro di essere ripetuta nel prossimo futuro. “Rispetto a questa come ad altre problematiche – ha concluso la dottoressa Russo – le istituzioni hanno il dovere di fare rete, e di raccogliere il grido d’allarme che si leva dalle frange più deboli della società”.
Giornata del Malato a Ragusa: i danni dell’alcolismo
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