Religione
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Ragusa, 1 giugno 2015 – Con lo spettacolo “piromusicale” eseguito dalla premiata ditta “F.lli Vaccalluzzo” di Belpasso e dalla replica del “Mapping 3D”, curato dalla Promo Service, sulla facciata della Chiesa madre si sono conclusi i festeggiamenti per il patrono San Giorgio. 

Secondo le stime degli organizzatori ci sarebbero stati oltre 40mila spettatori, davvero notevole. 

Il vescovo della diocesi di Raugsa, mons. Paolo Urso, ieri pomeriggio, ha presieduto la santa messa solenne. 

Mons. Urso, durante la funzione tenutasi alla presenza delle autorità civili e militari e dei rappresentanti del comitato della festa di San Giorgio di Modica, che ha stretto un gemellaggio con i “colleghi” ragusani, ci ha tenuto a ricordare le peculiarità del santo cavaliere e di come il suo martirio sia servito da esempio per quanti ritenevano che il sistema del tempo, all’epoca un impero romano sempre più decadente e corrotto, non potesse essere scardinato. Un parallelismo da effettuare, in qualche modo, e con le dovute cautele, con i nostri tempi. Subito dopo, l’uscita dal Duomo del simulacro di San Giorgio e dell’Arca Santa è stata salutata da una vera e propria ovazione da parte della gente assiepata nella piazza sottostante. 

Il corteo religioso snodatosi successivamente ha visto la presenza dei rappresentanti delle confraternite di Ibla con le loro vesti storiche, seguiti dal parroco del Duomo, don Pietro Floridia, da numerosi sacerdoti e dai vertici locali delle autorità civili e militari. 

C’erano i sindaci rappresentanti dell’associazione “San Giorgio e i suo Comuni”.

Più volte, durante la processione, intonato dai portatori, con indosso le classiche magliette bianco e rosse che riprendono i colori caratteristici associati alla festa di San Giorgio, è risuonato il grido “Truonu viva” [Viva il Patrono!, ndr], enunciazione tesa ad esaltare tutta la passione nutrita dai devoti nei confronti del santo cavaliere. 

Tra i momenti più suggestivi, la sosta alla chiesa delle Anime sante del Purgatorio, caratterizzata dalla recita dei Vespri, alla presenza del parroco del tempio di piazza della Repubblica, don Gino Scrofani. 

Lungo tutto il tracciato della processione, numerosi i fedeli che, dai balconi delle proprie abitazioni, soprattutto in corso XXV Aprile ma anche altrove, hanno onorato il santo martire, come tradizione vuole, con il lancio di petali di rosa.

Grande soddisfazione viene espressa dai componenti dell’associazione San Giorgio martire per la riuscita della festa.

Nel pomeriggio e in serata grande attenzione per la sfilata, prima, e il concerto, molto applaudito, della Fanfara del 12esimo battaglione Carabinieri Sicilia di Palermo

 

Sabato è stato molto apprezzato da migliaia di fans e turisti il concerto di Amedeo Minghi, che ha portato momenti di pura poesia (i suoi testi sono sempre notevoli e appassionanti), cantando una ventina e oltre di suoi successi di ogni tempo, ottenendo applausi, soprattutto con i pezzi che il pubblico conosce di più da 1950 a Vattene Amore, cantata (letteralmente a squarciagola) dal pubblico.

Mingi ha alternato i brani con un piacevole dialogo con il pubblico, che ha molto apprezzato questo modo colloquiale di presentare il concerto.

Emozionante Un uomo venuto da lontano, dedicata al santo papa Giovanni Paolo II, un pilastro della storia di tutti i tempi, cui Minghi ha dedicato uno dei suo i brani migliori.

 

Salvo Micciché

 

 

 

Lo scopo di un'opera onesta è semplice e chiaro: far pensare. Far pensare il lettore, lui malgrado

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