Federica Gisana e la “Pienezza del vuoto”
Mostra di opere pittoriche a cura dello scrittore Francesco Lucania
Ragusa, 21 luglio 2018 – «Quella di Federica è una memoria fatta di fotogrammi e plasticità, di lenti binoculari, su punti di osservazione dell’infanzia, e infine di una memoria fatta di “parentesi di vuoto”, di “colore della pausa”.»
Pienezza del vuoto. Sembra un assioma filosofico. Sicuramente un ossimoro, col velato intento di suscitare curiosità. E’ il titolo double face (“Full in the void / Pienezza del vuoto”) della mostra che l’artista modicana Federica Gisana terrà domenica 22 luglio, alle ore 19.30, presso la Villa Barone Alfieri a Pozzallo. L’esposizione raccoglie una silloge di 40 opere, realizzate negli ultimi anni, in cui l’artista si cala in una sorta di diario di viaggio pittorico la cui architettura è alimentata da appunti visivi ed emotivi, frammenti di ricordi interiori da inseguire, una girandola di visioni da condividere col pubblico. I suoi quadri esprimono una sorta di magismo cromatico che avvolge in un frame attimi dello scorrere della vita, quasi a ricercare l’intima luce onirica dell’artista.
Nelle tele “Caduta libera” o “Quota 2500” (entrambe olio su tela), ad esempio, le sagome di alcuni paracadutisti, fissati nella loro apparente dinamica staticità, sono sospesi in un vuoto che sembra così denso da rallentare la loro discesa.
Cosa ha ispirato il titolo dato alla mostra?
“Il titolo nasce da alcune mie opere che rappresentano le traversie dell’essere dando sensazioni di vuoto e del non controllo del suo percorso terreno. L’ossimoro emerge dal concetto che la vita stessa impone nel muoversi nel vuoto cercando di riempirlo con progetti e idee che l’essere umano tende a realizzare”.
Qual è stato il percorso di vita artistico?
“Tutto ebbe inizio quando avevo circa di 4-5 anni. In un normale giorno di asilo la maestra ci propose di disegnare e colorare dei fiori, disegni e lavoretti quotidiani. Disegnai il mio bel vasetto con all’interno qualche fiore, però non diedi questa volta lo stesso colore ai petali come le altre volte. Vedevo sempre nel mio astuccio colori non utilizzati, messi da parte. Presi il nero ancora tutto nuovo e colorai quei fiori. Sapevo che stavo osando e sicuramente avrei provocato qualche reazione. Infatti, nel momento in qui la maestra si avvicinò, guardò un attimo con curiosità e, subito dopo, mi rimproverò dicendomi: “Federica i fiori non si colorano di nero!”. Per me fu mortificante e mi sentii in colpa, ma subito dopo pensai di aver dato vita a un colore, anche se appropriato o meno per quel disegno. Per me averlo in mano come tutti gli altri fu importante, perché tutti meritavano di essere strofinati su un foglio di carta”.
I colori scuri hanno fatto sempre parte dei tuoi lavori. Perché?
“Sono toni che mi avvicinano di più alla memoria. E’ la stessa sensazione che avvertiamo quando chiudiamo gli occhi. In quell’istante affiorano nel buio della nostra mente un’immagine, un colore, una luce”.
Diversi sono gli elementi rappresentati sulle tele. Talora apparentemente sembrano artificiali, nella realtà lo sono, come le giostre.
“Queste sono immerse nella natura, nascono da essa, da uno spazio. Le giostre mi hanno sempre attratto ma con distacco fisico, in più le traiettorie circolari che designano hanno sempre dettato in me il senso dell’aspetto ciclico della vita tramite il gioco”.
L’esposizione (articolata dalle ore 09.00 – 13.00 / 16.00 – 20.00) chiuderà i battenti il prossimo tre settembre.
Giuseppe Nativo
Profilo biografico
Federica Gisana nata a Modica nel 1985. Consegue la Maturità artistica nel 2004, presso il Liceo Tommaso Campailla di Modica, in seguito, nel 2008 acquisisce il Diploma di Laurea, Accademia di Belle arti, presso l'Università di Catania.
L'artista, lavora principalmente su pittura ad olio e disegno, seguendo progetti specifici, di relazione con il tempo. Le sue opere, spesso dal segno forte, coniugano la sintesi tecnica con elementi lirici. La ricerca di Federica Gisana è l'equilibrio tra racconto, espressione e impressione. L’intuizione dell'artista, lavora da tempo con i linguaggi di relazione della memoria, con un proprio dizionario di segni. La smaterializzazione dei significati, a favore di strutture pittoriche etere, materiche e significanti sono legate al processo di sintesi.
Il lavoro di Federica Gisana, si basa su una ricerca concettuale costante. Esso si articola su diversi livelli di significato in un immaginario che si traduce, tramite un processo mentale, in elementi complessi tramutandole in forma. Le sue immagini, spesso appartengono alla sua esistenza, fanno capo all’esperienza e al ricordo, sono la parte residua di visioni, intuizioni.
Le sue opere sono state esposte in molte personali e parecchie collettive, tra cui: Skopie, Livorno, Catania, Scicli, Modica, Ispica, Ragusa, Pozzallo. Nel mese di luglio 2018 espone nella rassegna “Venti Contemporanei” a cura del Festival dell'arte contemporanea di Cereggio (RE).