Cultura
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Mostra a cura di Amedeo Fusco

 

Ragusa, 11 luglio 2014 – Saranno visionabili fino al prossimo 3 agosto al Poggio del Sole Resort (S.P. Ragusa-Marina di Ragusa) le “Vedute di terre e di caffè” dell’artista ibleo Giò Antoci. 

La mostra è a cura di Amedeo Fusco, che ha detto: «La nostra collaborazione dura già da qualche mese, infatti le opere di Giò Antoci sono già state esposte alla galleria del centro commerciale Le Masserie. 

Stiamo lavorando ad una personale, prevista per il prossimo autunno». 

Pioniere della multimedialità applicata all’arte negli anni ’80, con partecipazioni al Festival Ibleo del Jazz dal 1992 al 1995, Giò Antoci rappresenta una grande risorsa per la vita culturale di Ragusa. 

«Dipingo da trent’anni – racconta l’artista – ma da un po’ di tempo ero ormai fuori dai meccanismi artistici. Dopo l’incontro con Amedeo Fusco, ho deciso di lanciarmi in una nuova avventura. 

La mia arte è ispirata dalla vita in genere: idee, emozioni, sentimenti. Solo in condizioni di vera ispirazione riesco a dipingere. Solitamente, approfondisco tematiche come quelle del mito, del paesaggio, oltre che tematiche sociali. Stilisticamente, mi sono sempre confrontato con il “vero” e, durante la mia carriera artistica, il mio modo di comunicare ha ricevuto contaminazioni dalla musica, dalla poesia e da altri linguaggi, data la mia incessante sete di conoscenza». 

 

Giò Antoci, inoltre, è stato selezionato ed ha esposto alla Triennale di Arti Visive presso l’Università “La Sapienza” di Roma, alla presenza di Achille Bonito Oliva, Mark Kostabi, Tony Esposito, Ennio Calabria ed altri. 

 

“Vedute di terre e di caffè”, presentata assieme ad Amedeo Fusco e al direttore di Poggio del Sole Resort, Marco Nuzzarello, propone al pubblico una serie di opere realizzate con polvere di caffè ed acquerello, particolarmente apprezzato dall’artista per la sua immediatezza: i suoi quadri raffigurano scorci di terre iblee dipinti in un’atmosfera e in una luce nuove, a tratti ludiche, a tratti sperimentali ed alchemiche. 

I colori sono caldi, accoglienti, ma allo stesso tempo raffinati nel loro modo di comunicare, oltre che tecnicamente elaborati. 

«Giò Antoci, il cui atelier si trova nella sua amata Ragusa Ibla, è un artista da scoprire: per chi vive in terra iblea è un dolce richiamo in veste inedita, per chi viene da fuori è una piacevole sorpresa in grado di regalare nuove emozioni», ha detto Fusco.

Marco Nuzzarello, Giò Antoci e Amedeo Fusco

 

Lo scopo di un'opera onesta è semplice e chiaro: far pensare. Far pensare il lettore, lui malgrado

Paul Valéry

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