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Ragusa, 17 giugno 2019 – Al “Giro di Vite”, per la sezione Extravolume di “A tutto volume festival” e su invito del Soroptmist club di Ragusa,  la presenza dell’onorevole Pippo Civati  con il saggio Liliana Segre il mare nero dell’indifferenza.   

La tematica, come ha sottolineato la presidente del Soroptmist  di Ragusa Antonella Rollo, rientra nei 4 obiettivi del club, dove troviamo la promozione dei diritti umani e lo sviluppo, l’uguaglianza e la pace. 

Il giornalista Saro Distefano ha dialogato con Civati sulle vicende che sconvolsero la maggior parte degli stati europei, tra cui l’Italia. Ricordato come uno dei periodi più scuri della nostra storia per lo sterminio nazista degli ebrei nei campi di concentramento, il periodo storico in questione ha una testimone d’eccellenza :  Liliana Segre, senatrice a vita e deportata a soli 13 anni ad Auschwitz dopo un fallito tentativo di superare la frontiera Svizzera insieme al padre.  Era il gennaio del ’44 quando lei varcò il cancello di quella orrenda struttura dove il suo papà poi non sopravvisse al lager.  Fu una dei 25 bambini su 776 che sopravvisse al lager. Liliana Segre da 30 anni ha promosso una straordinaria campagna contro l’indifferenza e contro il razzismo, in tutte le sue forme e articolazioni. Una silenziosa battaglia per non dimenticare gli orrori e oggi continua a sensibilizzare i ragazzi affinché non si perdano mai i diritti e il rispetto per le persone.  Civati nel suo saggio ha ripreso con grande cura le sue parole e i suoi insegnamenti. Ma iniziamo dalle prime pagine di questo libro dove troviamo già un grande insegnamento, ovvero, quello che ci dice “La prima libertà è quella dall’odio”. 

Segre ha detto sempre di non odiare quelle persone che hanno causato quell’olocausto e che a soli 8 anni le hanno vietato di andare a scuola perché ebrea. Continuerà a non dimenticare ma senza odio e spirito di vendetta. “Sono una donna di pace- ha detto- e una donna libera, e la prima libertà è quella dall’odio”. Ritroviamo anche in seguito questo concetto del non odio quando Liliana Segre , in occasione della proposta di legge di cui è firmataria ( Senato della Repubblica, 24 ottobre 2018) dirà: “bisogna lavorare contro la fascistizzazione del senso comune, io che sono stata vittima dell’odio dell’Italia fascista sento che, dopo anni, sta ricrescendo una marea di razzismo e di intolleranza che va fermata in ogni modo”. 

Civati fa riflettere su questo tema con vari esempi  del nostro  giornaliero, evidenziando come l’esperienza di Liliana risuona in avvenimenti attuali. Lei reagisce di fronte a parole d’odio, a schemi di pensiero che portano alla discriminazione e di conseguenza alla violenza.  

“Sentir parlare di nuovo di razza - continua Civati - le ha fatto ricordare i tempi della sua infanzia”.

 Ma  stesso Civati nel libro ci fa notare come è la grande ignoranza generalizzata che fa paura alla Segre, oggi come allora. Altro tema forte del libro è la denuncia dell’indifferenza, la stessa con cui ebbero a che fare tutti gli italiani allora, salvo alcuni pochi e come, sottolinea la stessa Segre, “lo sono oggi quasi tutti gli italiani, salvo pochissimi, adesso”. E a proposito dell’indifferenza per Pippo Civati “l’indifferenza non appartiene solo ai fatti e i cattivi della storia ma a tutti quanti anche oggi”.  Molto ampie e di grande riflessione sono state le varie considerazioni fatte sia da Civati che da Saro Distefano con una partecipazione di pubblico non indifferente . A tal proposito dal pubblico è arrivata un’altra chiave di lettura, ovvero quella di come questo libro spinge fortemente alle alleanze tra generazioni. Lodevole l’impegno della presidente del Soroptmist Antonella Rollo e di tutte le socie tra cui Sara Greco che è stata il vero tramite di questo appassionante incontro letterario. E l’affollato firma-copie di Pippo Civati ne è stato il termometro. 

 

Giovannella Galliano

 

Lo scopo di un'opera onesta è semplice e chiaro: far pensare. Far pensare il lettore, lui malgrado

Paul Valéry

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