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  • Autore: Nicola Colombo
  • Editore: ANPPIA
  • Titolo: Il ragazzo inquieto

Giovanni detto Vanni Rosa era un pozzallese. Visse, però, la grandissima parte della sua vita altrove. In tre continenti, imparando a parlare leggere e scrivere cinque lingue, tra cui l’arabo. E facendo mille mestieri per potersi permettere la sua più grande passione: essere fortemente, coerentemente, indissolubilmente antifascista.

 

Tra un comizio accanto a Peron, uno con Togliatti, far battezzare il figlio da Nenni e riuscire a scappare dagli assassini fascisti in giro per il mondo, riuscì anche a far perdere le proprie tracce nel 1981, in Messico.

La vita del “ragazzo inquieto” pozzallese è stata raccontata – scoprendo tantissime nuove verità e altrettante leggende – da un altro pozzallese: Nicola Colombo. Lo ha fatto pubblicando un libro, in forma di romanzo ma basato solo e soltanto su documenti scritti e orali, che è stato presentato a Ragusa, presso la sede dell’ANPI in via Ecce Homo, da Gianni Battaglia, che dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia è il segretario provinciale, e da Carmelo Arezzo che, da intellettuale di razza, ha descritto perfettamente l’opera di Colombo per poi approfondire con domande mirate all’autore.

Il ragazzo inquieto merita la lettura, perché è scritto bene e perché racconta di un grande uomo (del quale ancora oggi a Pozzallo si raccontano le “scapigliature” e pochissimo si sa – anzi si sapeva prima del libro di Colombo) che visse per un’idea, e sacrificando all’altare di questa idea perfino la famiglia.

 

Saro Distefano

 

Lo scopo di un'opera onesta è semplice e chiaro: far pensare. Far pensare il lettore, lui malgrado

Paul Valéry

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