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  • Rubrica: Spigolando

Ragusa, 22 giugno 2021 — Guardate bene, per favore, la foto allegata all’articolo. Non è di buona qualità: è stata scattata di fretta… Ma rende bene l’idea di quanto si vuole dire; a costo di rischiare, per l’ennesima volta, il TSO (al momento credo di essermi salvato solo per via di mister Covid, che ha “distratto” i sanitari).

Calzedonia è una marca italiana di abbigliamento, fattura oltre due miliari di dollari l’anno. È una azienda tra le più importanti del suo settore, con negozi in oltre 160 stati nel mondo, insomma, un colosso. È presente anche a Ragusa, e – giustamente – produce pubblicità; nello specifico, un classico manifesto di settanta centimetri per un metro e mezzo.

Prossimi come siamo all’estate e alle spiagge, il manifesto in parola – giustamente – propone un bellissimo due pezzi, il bikini. A indossarlo una modella, non meno bella del costume di Calzedonia che di suo è allegro, col giallo, l’azzurro, un rosa che tende all’arancio. Bello. Tutto molto bello.

Adesso guardate dove si trova incollato questo manifesto... Avete indovinato: una pensilina della fermata dell’autobus di linea cittadina. Adesso guardate ancora meglio e indovinate dove si trova questa pensilina per l’autobus. Per i ragusani sarà molto facile. Esatto: all’ingresso dello spiazzale che in parte è un parcheggio, al servizio del maggiore e più antico dei tre cimiteri cittadini. Quello di Ragusa superiore, in contrada Scassale.

L’associazione, immediata e certamente spontanea, foto-toponimo mi stimola una banalissima riflessione. Ovvero: mostrare quel bellissimo corpo della bellissima modella col bellissimo costume che parzialmente la copre, davanti al luogo che per definizione è destinato al ricordo e al dolore, è cosa buona e giusta? Non saprei rispondere, sinceramente.

Da un lato ritengo sbagliata la scelta. Sotto quella pensilina attendono l’autobus per tornare a casa i ragusani che sono stati a fare visita ai propri congiunti che hanno chiuso gli occhi (possibilmente da pochissimo tempo). Ed anche quelli che si approssimano al cimitero, scendendo dall’autobus urbano che, prima in via Roma e poi in via Addolorata, li ha portati in contrada Scassale.

Da un altro lato ritengo giusta la scelta. Davanti al luogo in cui i nostri corpi degradano al rango di polvere, secondo il dettato biblico, quella bella e allegra immagina della ragazza in spiaggia, colma di sole e colori, riconcilia con la vita. Ricorda – quella foto - che certamente torneremo, prima o poi, ad essere polvere, ma che per intanto siamo carne e ossa. E una fotografia, bella e allegra, potrebbe contribuire a farci vivere al meglio la nostra attuale fase, quella di essere umani, viventi, al di là del fatto che pochissimi di noi assomigliano a quella modella (io no di certo: sono maschio e ho i capelli bianchi).

 

Saro Distefano

 

 

 

Lo scopo di un'opera onesta è semplice e chiaro: far pensare. Far pensare il lettore, lui malgrado

Paul Valéry