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  • Rubrica: Incontro con l'Arte (Michele Digrandi)

Chiare, fresche e dolci acque...  Francesco Petrarca...
erano!
Limpide, fresche e dolci acque...
Ormai... più non sono!! Noi!

Michele Digrandi

1986 - Fuga - Acrilico su tela cm. 20x30

 

Nella presente opera una lucida trota guizza fuori dai flutti turbinosi e luridi di un emblematico fiume, per dirigersi in un luogo di fantasia che qui si traduce nell’anelito di quelle “chiare, fresche, dolci acque”, ricreate   nel sereno riquadro centrale. Eccolo, il nostro artista di nuovo pronto ad “armarsi” contro la piaga dell’inquinamento delle acque e ad utilizzare, come armamenti, i suoi strumenti espressivi, la sua tavolozza e la sua ispirazione artistica.

Nel dipinto, in particolare, egli tratta la scottante problematica della moria di pesci nei fiumi, causata dallo sversamento di liquami agricoli, di sostanze chimiche industriali e di reflui mal depurati e lo fa rappresentando l’avanzata dei veleni disciolti, di provata origine antropica, come una irregolare macchia scura che si insinua nei fondali, divora   il vitale ossigeno alle specie viventi e provoca la risalita delle acque in un turbinio di bolle e di creste spumeggianti.

In dinamico movimento sembrano i molteplici fiotti, grazie alla nervosa raffigurazione ottenuta con una complessa gradazione cromatica del blu, che mette in luminoso risalto l’azzurro dell’immaginario piccolo quadro, posto al centro della tela. La trota molto realistica nel suo corpo puntinato, nella coda, nelle pinne, invece diventa stranamente umana in quel suo occhio sbarrato e terrorizzato che simboleggia non solo la generale preoccupazione per la sopravvivenza dell’habitat naturale, ma anche e soprattutto, il conseguente desiderio di fuga verso un altro mondo, più pulito e vivibile   che, purtroppo, ormai esiste solo nel vagheggiamento di un sogno... (riquadro).

 

Giovanna Cappuzzello

 

Lo scopo di un'opera onesta è semplice e chiaro: far pensare. Far pensare il lettore, lui malgrado

Paul Valéry