- Rubrica: Incontro con l`arte (Michele Digrandi)
Visioni e ricordi cromatici su supporti di riciclo (2)
Olio su cartoncini incollati su MDF, cm. 64x47, 2016
«Un altro Michele Digrandi, sempre e comunque molto interessante.»
Giovanni Donzella
«Molto interessante e innovativo, l’arte che si reinventa adattandosi alle tematiche ambientali...»
Sabina Sapuppo
Visioni e ricordi cromatici su supporti di riciclo 2
Una finestra chiusa, con vetri che riflettono un doppio paesaggio marino, appare agli occhi curiosi dell’osservatore.
Gli infissi sono ricavati da cartoncini incollati su M.D.F. e completamente riempiti di colore ad olio di una bella tonalità di azzurro, utilizzato come continuazione concettuale e materica del soggetto rappresentato. Le due vetrate accolgono la raffigurazione di una distesa di mare, divisa in due sezioni cromatiche dal montante centrale. A sinistra uno stralcio di mare, di un lucente blu che sfuma nel celeste del cielo, è tratteggiato con lievi increspature di onde, che continuano nella traversa inferiore e nel montante di sinistra del telaio.
Nella parte destra risplende lo stesso soggetto, con simili velature e ondulazioni, riprodotto dall’artista come immagine speculare dell’anta opposta, ma con tinte completamente diverse che, dal basso verso l’alto, degradano da un viola tendente al rosa, fino a un blu tendente al violaceo. In entrambe le due marine i colori utilizzati si schiariscono verso il centro per ricreare una tenue scia orizzontale, delineante l’orizzonte.
Interessante notare come il pittore ragusano, molto legato alla sua terra natia, ne abbia riprodotto l’anima marittima, descrivendola in due diversi momenti del suo cammino di uomo. Da una parte a sinistra, con le veloci pennellate dipinge una marea fluttuante per come egli la vede e la percepisce nell’attimo creativo, dall’altra, invece, la rielabora come parvenza di un sogno, simile alla rievocazione di un ricordo lontano, ormai distante nel tempo e nello spazio.
È un ricordo del mare ibleo filtrato dalla dolcezza dell’amore per la natura e dalla sensazione gradevole di poterlo riecheggiare con la magia dell’arte, tingendolo con intensi ed eleganti colori fiabeschi (viola/rosa). Questo dipinto, nella sua semplice e armonica simmetria, svela la serenità raggiunta da parte dell’autore nell’età matura.
Non più procelle, né scogli, né nubi, gli rattristano il pensiero, ma solo uno specchio “bifasico” gli appare dinanzi, uno specchio virtuale su cui egli può guardare la propria vita interiore, finalmente priva delle dolorose crisi di gioventù, ormai caratterizzata dall’accettazione cosciente dei contrasti e delle diversità, vissuti come facce diverse della stessa moneta, come unione di opposti, coesistenza di asperità e tranquillità nel flusso emozionale della storia umana.
Giovanna Cappuzzello