Ragusa e dintorni
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Ragusa, 28 aprile 2020 – Tra restrizioni e voglia di ripartire al più presto e, soprattutto, voglia di pensare in maniera molto positiva, anche a Ragusa (città siciliana al momento la città con meno casi di contagi), si ha voglia di normalità. Ma l’intera comunità ragusana come sta attraversando questo periodo di "riposo forzato"?

Lo abbiamo chiesto a Daniele Vitale, presidente provinciale AIAC (Associazione Italiana Allenatori Calcio) e consigliere comunale.

 

Secondo il suo punto di vista, nella sua qualità consigliere comunale, come sta vivendo la città di Ragusa questo periodo?

Un momento difficile per tutti. Una situazione che ha colpito non solo l’Italia bensì tutto il mondo. Questa pandemia sta causando grossi problemi sia al sistema sanitario che di riflesso anche a quello economico. Ragusa per fortuna ancora oggi sta rispondendo bene e non lo dico io ma lo dicono i dati diffusi dagli organi competenti.  

Ragusa è considerata la città con meno casi di positività al virus in tutta la Sicilia. Come mai secondo lei?

La nostra è una città abbastanza rispettosa delle regole. Molte persone si spostano solo per andare a lavorare e fare la spesa evitando di uscire per evitare gli assembramenti inutili.  

 

Dall’inizio del lockdown, ci sono dei miglioramenti?

I dati che ci arrivano giornalmente dicono che ci sono. Ovviamente non è così in tutto il nostro paese dove il Nord soffre per via dei molti contagiati ogni giorno anche se stanno diminuendo i decessi e soprattutto i malati ricoverati in terapia intensiva. Al Centro-Sud la situazione, sin dall’inizio, sembra essere stata sotto controllo.  

 

A suo avviso che mezzi si stanno adottando per arginare e ridurre al minimo il rischio di contagio?

L’unico mezzo, seppure con tutte le difficoltà in essere, è quello che si ripete in queste settimane ovvero #restareacasa. Fino a quando le funzioni e le strutture competenti non riescono a trovare un vaccino sicuro e affidabile non vedo altre soluzioni.  

 

Ragusa e soprattutto Marina di Ragusa sono anche mete turistiche. Che danni economici si contano e, in particolare, che prospettive vi sono in vista dell’estate 2020?

Sì è vero, sono mete ambite da molti turisti, sia per la situazione meteorologica che per i magnifici scenari che la nostra terra offre. È inevitabile che l’estate 2020 sarà diversa da tutte le altre. Ancora oggi è difficile capire il danno economico anche perché non sappiamo da qui a 2-3 mesi cosa sarà deciso dalle funzioni competenti riguardo anche alla problematica squisitamente correlata al turismo. Il Comune di Ragusa, però, si sta muovendo. 

 

Lei è anche presidente provinciale dell’AIAC (Associazione Italiana Allenatori Calcio) quindi è un uomo molto vicino allo sport che, allo stato, è fermo. Alcuni campionati sono stati sospesi in modo definitivo, come ad esempio il basket, ma altri ancora no, come il Calcio. Pensa che si potrà riprendere? E se sì, in che modo? 

In qualità di presidente provinciale Aiac sostengo che anche in questo caso la situazione è stranissima. Da parte mia ma anche come molti altri colleghi, saremmo dell’idea che tutti i campionati siano decisi sul campo e non in altra maniera, magari prolungandoli ove è possibile e, soprattutto, se la situazione lo consente. Il calcio così come il basket sono sport dove il contatto fisico è alla base di tutto e quindi in questo caso non si rispettano le distanze minime imposte dall’attuale situazione emergenziale. So che i vertici Uefa, insieme a tutte le delegazioni nazionali, stanno studiando soluzioni affinché i campionati possano essere riavviati nel modo più sicuro possibile. Certo, diventa differente, però, affrontare questo discorso nel mondo del dilettantismo. Vedremo.  

 

Che messaggio vuole rivolgere ai cittadini ragusani?

Voglio soprattutto rivolgere un applauso ai cittadini ragusani che, in questo momento particolare e di sofferenza, hanno risposto nel migliore dei modi. Non siamo ancora in una fase dove possiamo abbassare la guardia ma se continueremo a rispettare le regole ne possiamo uscire ancora più forti ed il prima possibile.

 

Lucia Nativo

 

 

Lo scopo di un'opera onesta è semplice e chiaro: far pensare. Far pensare il lettore, lui malgrado

Paul Valéry

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