Ragusa e dintorni
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Ragusa, 3 giugno 2021 — Guardate bene, per favore, la foto allegata all’articolo. Non è di buona qualità (seppure presa con uno dei migliori cellulari in commercio). È stata scattata di fretta.

Ma rende bene l’idea di quanto si sviluppa nella mente di uno come me a vedere e vivere certe scene.

I fatti sono chiari. Io percorrevo con la mia automobile la via Ettore Fieramosca. Arteria molto importante per la zona alta di Ragusa: introduce alla città provenendo da Santa Croce Camerina e dai tantissimi villaggi periferici sorti negli ultimi decenni. Andavo verso sud, cioè in uscita dalla città. Arrivato all’incrocio con la via G. rallento in prossimità del semaforo. Davanti a me due macchine ed un furgone. Io mi accodo. Sarei stato il quarto in colonna. Scattato il verde sarei ripartito in un periodo compreso tra i dieci secondi (se il primo della fila è un normodotato) e i trenta secondi (se invece il primo della fila è un ritardato). Il guidatore del furgoncino scarta e si sistema sulla corsia di sinistra. Passa, da terzo che era, a primo. Ma della corsia di sinistra. Quella, cioè, che ti obbliga a girare a sinistra, verso la via B. (stradina brevissima, senza sbocco).

Ovviamente, appena scattato il verde, il furbo alla guida del pulmino è andato dritto, sorpassando il primo incolonnato (che era, per pura fortuna del furgonato, un ritardato), il secondo (l’auto blu davanti me) e proseguendo verso sud.

Di questi episodi, in quel semaforo, se ne registrano migliaia al giorno, in un senso e nell’altro. Io, che per motivi miei percorro quella strada e arrivo a quel semaforo almeno due volte al giorno, non ho mai visto una pattuglia di vigili urbani.

In realtà non servirebbero, al contrario di una utilissima telecamera che, come ho fatto io col mio cellulare, fotografa il furbo di turno (ché può anche esserci qualcuno che effettivamente sterzerà per andare in via B.) e ne rileva la targa. Recapitata a casa del furbo una bella multa e nell’arco di un paio di mesi il fenomeno è contenuto, se non bloccato.

Non è solo una questione di sicurezza. I furbi, e sovente accade che in entrambe le direzioni di marcia si appostino due campioni della categoria, per completare la loro opera ovviamente dovranno accelerare per anticipare chi parte regolarmente dalla corsia di destra (quando mi è capitato di essere il primo “regolare” in colonna e mi si è affiancato un furbo, a costo di fare fondere il motore ho accelerato al massimo per non farmi sorpassare). Tutto questo mette a repentaglio la sicurezza stradale.

Ma è soprattutto una questione di civiltà. Io, che per tradizione familiare e cultura personale, rispetto le regole fino al rischio di apparire ingenuo, non riesco a comprendere del perché tra dieci anni l’uomo sarà su Marte e però in via Fieramosca a Ragusa non si riesce a far capire che essere furbo è pericoloso e foriero di successivi guai. Non si riesce a sistemare una telecamera. non si riesce ad essere civili. Nella civilissima città di Ragusa.

 

Saro Distefano

 

Lo scopo di un'opera onesta è semplice e chiaro: far pensare. Far pensare il lettore, lui malgrado

Paul Valéry

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