Ragusa e dintorni
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Comiso, 2 ottobre 2014 – Sono 11 gli scali strategici italiani (tra cui Catania e Palermo) e 26 quelli di interesse nazionale (tra cui Comiso) nel nuovo piano degli aeroporti predisposto dal ministro dei Trasporti, Maurizio Lupi, e adottato dal Consiglio dei ministri. Viene quindi sancito il ruolo di rilievo dei due scali della Sicilia orientale, a riprova della loro importanza per lo sviluppo della Sicilia, dell’aerea iblea e del Distretto Sud Est.

 

Per i vertici di entrambi gli aeroporti, i presidenti di Sac e Soaco, SalvatoreBonura e Rosario Dibennardo, e gli amministratori delegati, Gaetano Mancini ed Enzo Taverniti, si tratta di un riconoscimento «che giunge alla fine di un percorso tortuoso, ma dall’esito, possiamo ormai dirlo con certezza, felice. L’opzione di lavorare in sinergia nell’ottica di un sistema aeroportuale integrato Catania-Comiso si è rivelata la scelta giusta e oggi possiamo davvero guardare con fiducia al futuro dei due scali ai quali va dedicato il massimo impegno per garantire la loro crescita. Un grande risultato che premia la fatica comune fatta negli anni dal management di Soaco e Sac che ha visto il sostegno dei partner istituzionali, dal ministro Lupi al presidente della Regione Siciliana e ai suoi assessori, che hanno sostenuto l’esigenza di attribuire il giusto ruolo ai due scali, alla deputazione nazionale e regionale».

 

Il sindaco di Comiso, Filippo Spataro, ha dal canto suo evidenziato come «la notizia giunta da Roma sia di assoluto rilievo per Comiso e per tutta l’area iblea. Abbiamo sempre creduto nel progetto di riqualificazione e rilancio del nostro aeroporto, che da storica infrastruttura militare si è trasformato in ponte fra genti e culture, in occasione di progresso e crescita per il territorio e in un volano di sviluppo per una imprenditoria di salde tradizioni che anche attraverso il “Pio La Torre” batterà la lunga crisi economica che sta attanagliando la Sicilia intera. Una notizia tra l’altro, che serve a rinforzare quel sano ottimismo che, sin dall’inizio, non ci ha mai abbandonato».

 

Lo scopo di un'opera onesta è semplice e chiaro: far pensare. Far pensare il lettore, lui malgrado

Paul Valéry

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