Ragusa e dintorni
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Presentazione del progetto “Ispica Ospitalità Diffusa”, un nuovo modello di accoglienza territoriale. “Salutamu” è il titolo introduttivo della conferenza stampa che si svolgerà mercoledì, 6 gennaio 2016, ore 18, nell’aula consiliare di Palazzo Bruno di Belmonte. Sarà presente il Sindaco Pierenzo Muraglie

 

  #Ispica, 5 gennaio 2016 – Borghi e centri storici saranno i luoghi dove cercare. Vecchie casupole disabitate, da riportare a nuovo, diventeranno piccole e accoglienti strutture ricettive. Le camere degli ospiti si trasferiranno dentro queste pittoresche abitazioni. I dedali di viuzze nel cuore vecchio della città saranno i corridoi. Gli scorci panoramici diventeranno quelle terrazze dove perdersi con il cuore e con la mente. Tutto ciò si sintetizza in due parole: alberghi diffusi. Un modello di turismo responsabile, made in Italy, che cambierà e rivaluterà il panorama dell’offerta turistica di Ispica, utile allo sviluppo di borghi e di centri storici perché non c’è bisogno di alberghi nuovi, ma di nuovi alberghi. 

La caratteristica degli alberghi diffusi è quella di far provare l’esperienza di vita tipica del posto, anche a tavola. Grazie all’aiuto ed alla collaborazione di proprietari di case, di aziende e realtà di eccellenza nel territorio, l’obiettivo sarà quello di creare una “rete diffusa”, che, attraverso molteplici esperienze, itinerari tematici ed enogastronomici, consenta di scoprire l’identità e l’unicità della città, vivendo allo stesso modo di noi siciliani: con lentezza, gustando colori, sapori, momenti e con quella che è stata definita l’arte tipica del Sud; “annacarsi”.

“Ispica Ospitalità Diffusa” è un progetto che mira a creare ad Ispica un modello di accoglienza territoriale dell’ospitalità diffusa e sarà presentato mercoledì, 6 Gennaio 2016, alle ore 18, presso l’aula consiliare di Palazzo Bruno di Belmonte. L’idea è semplice. Bisogna fare in modo che i turisti possano vivere l’esperienza autentica dei luoghi, immergendosi nella realtà ispicese, sentendosi a casa propria. Il fine è quello di regalare ai visitatori la possibilità di conoscere non un luogo, ma un modo di vivere. Il turista non ammirerà solo le chiese, i palazzi, la “cava”, ma ritornerà a casa consapevole di aver vissuto una profonda esperienza di viaggio proprio grazie alla qualità della vita che Ispica offre.

«Abbiamo bisogno della collaborazione degli ispicesi – spiegano i promotori dell’iniziativa Michela Agnello, Claudio Cavarra, Angela Giunta, Carmelo Giunta, Francesca Giunta e Maria Elisa Gradanti – a partire dai proprietari di quelle casupole da ristrutturare, trasformandole nelle piccole e pittoresche strutture ricettive che facciano innamorare i turisti proprio per la loro meridionalità, puntando quindi sulla valorizzazione delle tipicità locali. Ci proponiamo di valorizzare il centro storico ispicese – aggiungono – curandolo e mai abbandonandolo. Partiremo dalle zone del Carmine e del Gesù, aree più di tutte le altre rappresentative del concetto di ospitalità diffusa, proprio perché caratterizzate da casette, vicoli, “curtigghi” e prospetti di pregio. Desideriamo che – concludono i promotori dell’iniziativa – le microstrutture ricettive presenti abbiano un coordinamento tra di loro, consentendoci di affrontare mercati che richiedono più posti letto. Per questo motivo, crediamo nella formula dell’ospitalità diffusa, coinvolgendo tutte le attività e gli imprenditori locali.   

Fanno per il momento della “Cumacca” Aeffec snc, Studio13, Architetto Mariaelisa Gradanti, Falegnameria Masetti, Cannizzaro Dolce Casa, Fidelio Arredamenti, Milofotografia, Roccuzzo Auto, Caldarella Viaggi, Roccuzzo Carfly, Isula Bike, Parco dei Cavalieri, Rewine Enoteca, Kromatografica, O’cleb drink&food, American Bar di Bruno Armenia, Relais Torre Marabino e Ristorante La Moresca, Tre O s.r.l, Corrao Benedetto, Spazio Q di Francesca Quartarone, Circuito Vincenza, Love Sicily, Francesca Marina, Photo Art Luca Dimartino, Riofavara, Vespa club Ispica, Fiat Club 500 Ispica, Colle d’Oro, Bar Paradise. Speriamo che la “Cumacca” cresca sempre di più».

 

Lo scopo di un'opera onesta è semplice e chiaro: far pensare. Far pensare il lettore, lui malgrado

Paul Valéry

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