Spettacolo
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Ragusa, 27 agosto 2019 – Si conclude nel migliore dei modi la rassegna estiva 2019 della Compagnia teatrale Godot.

Dopo il successo delle due tragedie greche Edipo Re prima e Medea poi, la Compagnia Godot ha voluto chiudere l’estate col sorriso ovvero con Pluto, commedia di Aristofane, portata in scena per la prima volta ad Atene nel 388 a.C.

Un classico che pare attualissimo per il tema principale trattato, ovvero eliminare la povertà, distribuire in modo più equo la ricchezza e premiare i più onesti.

La commedia prende il nome dal dio greco della ricchezza, Pluto, che, nella rappresentazione, appare come uno straccione cieco.

Il protagonista è un anziano cittadino di Atene, Cremilo, povero ma onesto, che si reca dall’oracolo di Delfi insieme al suo servo Carione. Avendo notato che nel mondo la ricchezza non è suddivisa equamente e non premia gli onesti, Cremilo vuole domandare all’oracolo se anche il proprio figlio è destinato a rimanere povero. La risposta dell’oracolo è quella di seguire la prima persona che incontrerà all’uscita dal tempio. Quando Cremilo esce, incontra uno straccione cieco che si rivela essere Pluto. Convinto che la diseguale distribuzione della ricchezza derivi dalla cecità del dio, Cremilo si offre di ridargli la vista in modo che Pluto possa distinguere tra onesti e disonesti, distribuire equamente la ricchezza e premiare gli onesti.

Tra i personaggi, anche la Povertà, la quale spicca per le sue affermazioni. Grazie a lei – alla Povertà – gli uomini sono spinti ad impegnarsi e a lavorare per costruirsi una vita migliore.

La talentuosa attrice Federica Bisegna ha adattato il testo, inventando il prologo, gli intermezzi (in cui entravano in scena una mamma e il saputello del figlio) e l’epilogo.

Il tutto ambientato nella grande, luminosa, magica, affascinante scalinata del castello di Donnafugata.

 

 

Lucia Nativo

 

 

Intervista a Vincenzo Bonaccorso: https://www.youtube.com/watch?v=5l840weQqLE 

 

Lo scopo di un'opera onesta è semplice e chiaro: far pensare. Far pensare il lettore, lui malgrado

Paul Valéry

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