“Biagio”, tra gli ultimi del mondo per farsi trovare da Dio
Ha lasciato la sua casa borghese, le comodità e i pregiudizi per immergersi nella natura, rispettarla e rifortificare il suo spirito: questo è “Biagio” la cui vita scorre nel film di Pasquale Scimeca come un fiume che trascina con sé pietre e pattume e va a diventar limpido strada facendo. Biagio si è messo in cammino per trovare l’armonia dell’universo. Ha sfidato le intemperie, la fame, la morte ma ha continuato ha cercare quest’armonia superiore.
Si è spinto fino ad Assisi per sentire quella musica che gli ha squarciato e poi ricomposto il cuore. Si è fatto frate! Il film è stato presentato in anteprima al cinema Lumière con grandi applausi e grandi emozioni. E’ la biografia di Fra Biagio Conte, un uomo che fino ad oggi sta a fianco degli ultimi, degli emarginati perché ancora oggi, come allora quando andò via di casa, consumare gli procura ferite nell’animo e preferisce donare. Questo film, che gode tra l’altro di una splendida fotografia, in cui la natura diventa parte integrante e co-protagonista, porta in sé il messaggio di San Francesco attraverso il vissuto di un piccolo frate siciliano. il film tra trascendenza ed elemento reale mantiene una certa unità tra le due cose che, come ha affermato lo stesso Scimeca, presente in sala, non può essere scissa. “Sono due cose- ha detto- che vanno vissute insieme: la dimensione sociale che si cala in quella religiosa”.
Come San Francesco, Biagio Conte ha deciso di vivere sostenendo opere di carità. Pasquale Scimeca ha avuto una grande sensibilità a narrare questa storia, nata da un soggetto di Marcello Mazzarella, attore che interpreta Biagio e che lo segue dai tempi di “Placido Rizzotto” e non solo.
“La semplicità di Fra Biagio –ha detto il regista- ha catturato il mio animo alla pari di quella di Papa Francesco per la popolazione mondiale. E in tutto questo c’è la volontà intrinseca di donare”. Il dono,infatti, è un paradigma che accompagna il film perché, come ha sottolineato Scimeca, più doni e più ricevi. “Biagio- ha detto il regista- mi ha insegnato che la Fede è un problema di libertà”. Nel film c’è questa ricerca di Dio che è possibile trovare non alzando lo sguardo verso le stelle ma negli occhi dei propri fratelli : “e per capire queste cose- ha affermato Scimeca- non occorre essere credenti. Ma Scimeca da laico ha trovato la fede? E’ stata una delle domande rivoltagli in sala a cui Scimeca non ha dato una risposta troppo affermativa. Ha detto che la strada ancora è lunga. A tal proposito ha voluto comunicare che nei suoi programmi futuri c’è anche un film sulla vita di Gesù ma che questo è, purtroppo, un sogno che rincorre da anni perché nella stesura si ferma sempre davanti alle opere del Messia e non riesce a continuare. “Ho bisogno di qualcosa di più grande per andare avanti con la storia, ne sono consapevole”.
In sala anche la produttrice Linda Di Dio che ha raccontato l’adozione ufficiale del cane Libero, compagno di Biagio tra i monti. Un cane che non era affatto un attore, ma che è stato preso in un canile e che si è comportato con tanta naturalezza. La serata è stata commentata anche dall’attore Salvatore Schembari, con un bel ruolo, seppur piccolo nel film, dal critico cinematografico Danilo Amione che ha sottolineato la capacità del regista di “mettere in campo la trascendenza e poi quella di essere fortunatamente fantasmatico nell’introduzione dell’elemento reale”.
Ha fatto gli onori di casa Giuseppe Gambina che ha ricordato ai presenti come il film ha già riscosso a Vittoria grande interesse tra le scolaresche e che può essere richiesto da altri Enti o associazioni per una diffusione ad ampio raggio. Il film uscirà nelle sale a Febbraio in 500 sale dell’ACEC, associazione degli esercenti cattolici.
Giovannella Galliano