L’utilità dei Centri diurni come mezzo di prevenzione: la parola al dottor Antonio Virzì
Ragusa 21 settembre 2017 – Oggi, 21 settembre, ricorre la XXIV Giornata Mondiale dell’Alzheimer, volta a far crescere più coscienza pubblica nei riguardi di questa malattia che oggi conta più di un milione di malati solo nel nostro Paese. Sono numeri che purtroppo sono destinati ad aumentare e nonostante la ricerca sia fortissima in ambito biologico al momento attuale non abbiamo certezze ma solo “prospettive bellissime”, come ci riferiscono alcuni esperti. Prevenire sembra essere l’unica soluzione di buon senso per decelerare il processo di alterazione delle funzioni celebrali e i Centri Diurni stanno dando una buona mano a questo problema . Da tre anni circa esiste a Ragusa l’unico Centro Diurno della provincia, ubicato presso l’Ospedale Civile, diretto dal dottore Antonio Virzì, direttore dell’U.O.C di Psichiatria. Sono 60 i pazienti che frequentano il Centro Diurno con una continuità di circa 20 al giorno, seguiti da medici, psicologi, assistenti sociali, tecnici della riabilitazione e musicoterapista. I pazienti di Ragusa usufruiscono anche del servizio trasporto per recarsi da casa al Centro e viceversa.
Come viene percepita dalla popolazione la Giornata Mondiale dell’Alzheimer e quale consapevolezza è stata acquisita dei Centri Diurni?
“Celebrare la Giornata Mondiale dell’Alzheimer- ci ha detto il dottor Antonio Virzì- significa richiamare l’attenzione sul problema che è reale, e che purtroppo lo sarà ancora di più per il futuro; fa prendere consapevolezza su certe situazioni che vanno affrontate. Nelle varie iniziative che ogni anno si organizzano partecipano, dove è possibile, anche gli utenti dei Centri Diurni e le loro famiglie, grazie alla maggiore presa di coscienza.”
Quanto è importante la presenza delle famiglia e degli utenti?
- Il loro coinvolgimento- dice il dottor Virzì- diventa importante: Oggi è completamente superato il concetto “ io curo qualcuno, io medico parte attiva e un paziente parte passiva”. E il coinvolgimento anche nella responsabilità delle scelte è oggi molto più allargato e diffuso. Il fatto che le famiglie prendano consapevolezza dell’utilità del Centro Diurno è una scelta che poi ha anche un valore politico: perché io posso indirizzare le risorse sulla residenzialità, che è poi l’atto finale, ma se queste risorse le utilizzo anche sul Centro Diurno riesco a ritardare il ricorso alla residenzialità. E’ questo l’obbiettivo principale dei Centri Diurni. Questo avviene attraverso vari effetti che il Centro Diurno può avere: uno di tipo quasi assistenziale(se si solleva per alcune ore la famiglia del carico forte assistenziale che un paziente Alzheimer da, loro si stancano meno e si ritarda il ricorso alla residenzialità che è una situazione vissuta male da tutti i familiari e da un grande senso di colpa ); poi ci sono altri effetti che riguardano le attività riabilitative: qui paradossalmente il paziente migliora perché molti di loro che vengono da periodi di isolamento e inerzia e che hanno già esaurito quelle poche risorse che possedevano, con le attività messe a disposizione dal Centro Diurno, quelle poche risorse rimaste riprendono. La stimolazione quotidiana rallenta, in ogni caso, il processo di alterazione delle funzioni cerebrali. Nel Centro Diurno il ripetere delle attività quotidiane che non sono staccate dalla realtà di ogni giorno giova molto.
Quali sono le attività messe a disposizione da un Centro Diurno per questi pazienti?
“Una delle attività principali che questi pazienti conoscono bene- continua il dottor Virzì- è l’attività di cucina. I piatti sono nella storia e nella tradizione e nei Centri Diurni glieli facciamo praticare facendoglieli ricordare. Sono tutte sequenze che a casa non fanno più. Esercitarsi in una attività di questo genere è riproporre un clima più familiare possibile. Lo stesso avviene con la musicoterapia dove i pazienti cantano e ricordano canzoni del passato e stimolano la mente. Lo stesso avviene con le immagini, con i sapori, i luoghi. Le gite, per esempio, sono molto utili oltre che divertenti perché questi pazienti socializzano già sul pulman e hanno la possibilità di vedere luoghi che forse non vedevano da anni . Una delle caratteristiche principali del Centro Diurno è dare importanza al recupero della storia dei pazienti e questo si lega all’intervento di Medicina Narrativa” (Ricordiamo che il dottor Virzì è il presidente della Società Italiana di Medicina Narrativa).
Se la ricerca ancora non ci da certezze come possiamo prevenire L’Alzheimer?
“Al di là della ricerca in generale- ha concluso il dottor Virzì- in questo momento si arriva ad una conclusione di buon senso. La prevenzione è nel cercare di fare delle cose semplici che aiutano la nostra salute in generale: Una alimentazione corretta, delle sane passeggiate, una normale attività mentale che va dal gioco delle carte alle parole crociate e non trascurare mai di socializzare”.
Al Centro Diurno Alzheimer del’Asp 7 di Ragusa i vari operatori indirizzano i pazienti anche alla lettura del giornale con attività che vanno dal commento al ricordo dei nomi e dei luoghi citati nell’articolo. Non mancano anche le attività legate al giardinaggio, al laboratorio di cucito, a quelle religiose con la presenza di padre Giorgio Occhipinti, alla musica in cui, oltre al canto, i pazienti possono utilizzare alcuni strumenti ritmici, quali le maracas o il triangolo che possono essere utili alla stimolazione del loro ritmo corporeo.
La prerogativa dei Centri Diurni è senza dubbio quella di dare risposte concrete ai bisogni dei malati e dei loro familiari nell’attesa che la ricerca faccia passi da gigante.
Giovannella Galliano
Giornata Mondiale dell’Alzheimer, il problema sotto i riflettori
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