«Nessuno può salvarsi da solo» è il tema proposto da Papa Francesco in occasione della 56ª giornata della pace
Siracusa, 29 dicembre 2022 — Pensare che le giornate dedicate ai tanti temi sociali possano cambiare le nostre posizioni e i nostri comportamenti ci sbagliamo di grosso, ma quella che ogni primo dell’anno è veramente speciale e che merita di rifletterci sopra, è la giornata internazionale della pace voluta fortemente da Paolo VI quando nel lontano 1967 decise di dedicare ad essa una giornata.
Il 1º gennaio 2023 ricorre la 56ª giornata che Papa Francesco ha denominato “Nessuno può salvarsi da solo”, con un forte riferimento al virus SARS-CoV-2 che ha visto tutti gli esperti del mondo cercare un rimedio comune per porre fine alla disastrosa pandemia e che ha fatto emergere tutte le fragilità dell’uomo, lasciando la consapevolezza che in questo mondo, nessuno può camminare da solo.
Abbiamo bisogno l’uno dell’altro, riunire le forze per combattere insieme i mali globali che sempre più, rendono esclusivista la visione del mondo. La giornata della pace vuole e deve spalancare le porte di tutti quei cuori resi aridi dall’egoismo, perché in fondo di questo si tratta: avere tutto per sé, avere sempre di più, essere migliori dell’altro, esaltare il proprio potere e le proprie capacità, senza rendersi conto che la condivisione rende speciale e unica una persona o uno stato.
Sant’Agostino diceva che il valore della pace è centrale nella vita degli uomini e dei popoli e come questo valore possa benissimo convivere con lo stato di guerra di cui la pace è lo scopo finale.
Ordunque, occorre la guerra per apprezzare e costruire la pace? È così ambizioso pensare a un dialogo edificatore dove riuscire a mediare e mettere da parte il proprio individualismo e accettare l’altro senza remore? Pare proprio di sì. I conflitti nel mondo si sono acuiti e nell’aria soffiano venti di guerra sempre più forti e sempre più soffocanti. Il potere delle nazioni è dato dalle armi sempre più sofisticate che nessuno vuole usare, ma che sono strumento micidiale di ricatto per imporre la propria supremazia, il proprio potere sul mondo.
Quali prospettive per il futuro, se non sperare che le menti che ci governano siano illuminati da una politica di intesa per porre le basi di una sana politica di intenti.
Vana illusione!
Rimarranno solo parole, buoni propositi per pochi e intanto le guerre incombono mietendo vittime. Del resto, è così che si scrive la storia. L’uomo per sua natura vuole essere al centro di tutto, anche al centro della vita a dispetto della morte. La memoria è come un treno che va sempre avanti, dimenticandosi di quello che lascia alle spalle e quando torna indietro, spesso è troppo tardi.
Gabriella Fortuna