Il rapporto dei giovani con la chiesa spesso è conflittuale e oppositivo e dopo il sacramento della comunione spesso i ragazzi spariscono adducendo a mille scuse, una delle più frequenti è quella che la chiesa non sa essere vicina ai loro problemi, non sa rispondere in modo soddisfacente ai perché e ai quesiti e non sa dare una risposta esaustiva ai mali di questo mondo.
È tutta questione di fede, c’è chi ce l’ha e chi non ce l’ha, ma questa deve essere alimentata ogni giorno, altrimenti si affievolisce come una candela. Singolare è la storia di un ragazzo che, per la sua giovanissima età e per essere figlio dell’era tecnologica, è stato definito influencer di Dio. Il suo nome è Carlo Acutis, un giovane come tanti, con tanta voglia di fare, con tanti sogni da realizzare e con una forza interiore fuori dal comune. Fin da giovanissimo si è speso per aiutare chi si trova in difficoltà, chi vive ai margini della società, chi ultimo, chi disabile, chi sfortunato, prodigandosi a portare un gesto concreto e sempre una parola di conforto. Un giovane che ride con gli amici, che gioca a pallone, che si diverte. Un giovane dai mille interessi ai quali metteva passione e amore senza mai trascurare i suoi doveri di figlio.
Un figlio speciale, un figlio prescelto dalla mano divina. Non passava giorno senza partecipare alla santa messa definendo l’eucarestia “la mia autostrada per il cielo, direzione paradiso” e non saltando mai l’appuntamento con l’unica donna della sua vita, la Madonna.
Fin dall’età di quattro anni, aveva manifestato un senso religioso molto intenso, una cosa strana data la laicità dei genitori e già a sette anni aveva chiesto e ottenuto la dispensa per farsi la prima comunione. A scuola era tra i più bravi. Autodidatta in informatica, si divertiva a creare siti web che utilizzava per diffondere la parola del Vangelo, specie tra i giovani, e per questo si era aggiudicato l’appellativo di influencer di Gesù. Attraverso la rete, aveva creato una mostra interattiva sui maggiori miracoli della chiesa.
Insomma, un ragazzo modello. Un giovane predestinato. Un figlio della chiesa. E poi la tragedia. Il 12 ottobre 2006, a 15 anni muore in soli tre giorni per una leucemia fulminante.
Una morte annunciata perché aveva precedentemente rivelato alla madre che quando avrebbe raggiunto il peso dei 70 kg, sarebbe morto. E così è stato. Il suo nome però continua a vivere in eterno e il suo sorriso e i suoi occhi sono di stimolo e di esempio, per quanti sentono o vivono la loro fede traballante cercando un motivo per andare avanti e prodigarsi per il bene comune.
Tanti i miracoli attribuiti alla sua persona, nonostante la giovane età. Nel 2010 un bambino di sei anni è risultato completamente guarito da una grave malformazione al pancreas dopo che un religioso, nella chiesa di San Sebastiano in Brasile, aveva invitato i parrocchiani a pregare affinché Carlo Acutis potesse intercedere nella guarigione. Una TAC successiva aveva mostrato un pancreas completamente sano, decretando una guarigione inspiegabile. Miracolosa. A questo prodigio, ne sono seguiti tanti altri e la “potenza” di Carlo, ha fatto il giro del mondo.
Oggi Carlo Acutis è un beato che siede accanto a Gesù. Su tutti noi veglia, per chi vuole credere, questo ragazzone dagli occhi buoni e dal dolce sorriso che vuole solo rendere più vera la vita di tutti i giorni mostrandoci che la strada verso il bene, non ha divieti, è accessibile a tutti e per tutti.
La sua beatificazione è avvenuta ad Assisi il 10 ottobre 2020 per volere del Papa Francesco, il quale per l’occasione ha indicato che la vera felicità si trova mettendo Dio al primo posto. “Trova Dio e troverai il senso della vita”, chiosava Carlo Acutis.
Il messaggio di Carlo è quindi quello di pregare e aiutare chi soffre e vive una vita ai margini della società. Un giovane che ci ricorda che la via verso la santità è percorribile solo ed esclusivamente vivendo una vita umile, senza eccessi e mettendo davanti a tutto il proprio amore verso Gesù.
Gabriella Fortuna