Cultura
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Modica, 25 marzo 2015 – “Due vite insieme sui sentieri dell'arte”. È il titolo della doppia personale di Giovanni Blandino e Salvatore Fratantonio che si inaugurerà giovedì 2 aprile alle ore 18,00 a Palazzo Grimaldi (Corso Umberto I, 106). La mostra sarà allestita con il patrocinio del Comune di Modica, della Fondazione Giovan Pietro Grimaldi e del Teatro Utopia di Ragusa.


L'apertura della mostra sarà preceduta dai saluti del sindaco di Modica Ignazio Abbate, del presidente della Fondazione Grimaldi Giuseppe Barone, del presidente del Teatro Utopia di Ragusa Giorgio Sparacino e dall'intervento del poeta e scrittore Diego Guadagnino.

L'evento espositivo, che raccoglie una selezione di opere prodotte tra il 1963 e il 2015, vuole rendere omaggio a due artisti dalle vite parallele, legati da amicizia e da profonde consonanze culturali, spirituali e artistiche.

Nati entrambi nelle viuzze dei vecchi quartieri di Modica, nello stesso mese e anno (1938) ma a pochi giorni di distanza l'uno dall'altro, hanno lasciato la terra natale per seguire le loro vocazioni: la scultura per Blandino, la pittura per Fratantonio. Entrambi, dopo una tappa di formazione a Roma, sono approdati stabilmente a Milano dove si sono affermati, imponendosi all'attenzione della critica in Italia e all'estero. Se c'è un filo rosso che unisce i due artisti, esso va individuato nei «legami atavici con la vera cultura mediterranea», come scrive Nicoletta Colombo nel catalogo della mostra.

«Le figure femminili di Blandino – spiega la critica d'arte - cuore pulsante della sua ispirazione plastica, come lo sono le maternità, siano esse tradotte nella rusticità arcaica delle terrecotte, oppure nella primordialità scabra dei legni, tanto quanto nella saldezza levigata dei bronzi, traducono il mito eterno della genesi dal grembo della Grande Madre, che l'autore ha saputo aggiornare sul metro della modernità».

Il percorso artistico di Fratantonio procede dalle visioni in difesa di una natura soffocata dalla civiltà dei consumi alle distese marine sorvolate da un gabbiano, simbolo della solitudine cosmica dell'artista; dal ritorno alla terra, «Grande Madre dell'Universo – scrive Nicoletta Colombo - raffigurata metaforicamente nelle morbide, femminee curve dei colli Iblei, su cui i carrubi solitari ancora una volta ribadivano il romitaggio filosofico del loro autore» alle visioni naturali notturne, dense di misticismo laico.

La mostra, aperta fino al 19 aprile, osserverà i seguenti orari: dal lunedì al sabato ore 9,00 -13,00 e ore 16,00 -20,00; domenica, ore 16,00-20,00. 

 

 

Lo scopo di un'opera onesta è semplice e chiaro: far pensare. Far pensare il lettore, lui malgrado

Paul Valéry

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