- Autore: Massimo Cultraro
- Editore: Edizioni di Storia e Studi sociali
Dopo la conferenza di domani a Ragusa (con l'archeologo Giovanni Di Stefano), il prof. Massimo Cultraro presenterà a Modica, giovedì prossimo, il suo libro "L’ultimo sogno dello scopritore di Troia”, Edizioni di Storia e Studi Sociali 2018.
La libreria La Talpa presenta un altro appuntamento dei "Giovedì" dedicati ai suoi 25 anni. Questa volta il tema è: archeologia, storia, storiografia. Ospite della presentazione: Massimo Cultraro (Archeologo, Storico e Docente di Archeologia Egea).
Interverranno il Sindaco di Modica Ignazio Abbate, Giovanni Distefano (Archeologo ed attuale Direttore del Polo Regionale di Ragusa per i Siti Culturali e per i Parchi Archeologici di Camarina e Cava Ispica) e Daniele Pavone (Storico)
Giovedì 13 dicembre ore 18, Società operaia di Mutuo Soccorso, Corso Umberto I n. 157, Modica
Col patrocinio del Comune di Modica, la Libreria "La Talpa" in occasione del suo venticinquesimo anno di attività organizza in collaborazione con Paesaggio Barocco - Enoteca Cioccolateria "Sotto San Pietro" un ciclo di cinque "Appuntamenti del Giovedì" che si terranno a Modica presso i locali della Società Operaia di Mutuo Soccorso in Corso Umberto I n. 157. Giuseppe Costanza, Vittoria de Marco Veneziano, Sebastiano Tusa, Vincenzo Jannuzzi e Massimo Cultraro saranno i protagonisti di questo ciclo di appuntamenti che spazieranno tra la cronaca del nostro tempo, le donne che hanno fatto la storia, l'archeologia e le tradizioni siciliane.
L'ospite del quinto ed ultimo appuntamento in programma il 13 dicembre alle ore 18:00 sarà MASSIMO CULTRARO che presenterà il suo libro "L’ultimo sogno dello scopritore di Troia”, edito da Edizioni di Storia e Studi Sociali nel 2018.
Heinrich Schliemann, controverso uomo d’affari, collezionista e viaggiatore tedesco, divenne una celebrità capace di travalicare l’ambito della storia della ricerca archeologica a seguito degli scavi alla ricerca dell’antica Troia dei poemi omerici, condotti a partire dal 1871 in Anatolia presso la collina di Hissarlik e che gli permisero di portare alla luce un sito in cui nel tempo sono stati riconosciuti ed indagati almeno dieci livelli stratigrafici principali che si dipanano dal Bronzo Antico (2920-2500 a.C.) fino al periodo Tardo Bizantino (XIII-XIV sec. d.C.). In particolare, la fortuna di Schliemann si deve al ritrovamento nel secondo di questi livelli stratigrafici – noto come Troia II – del “Tesoro di Priamo”, la cui autenticità resta assai discutibile e discussa, senza contare la denominazione assolutamente impropria, funzionale all’individuazione in questo strato della città omerica (Troia II è inquadrabile nella seconda metà del terzo millennio a.C., mentre quella omerica è da ricondursi al XII sec. a.C., quindi in un’epoca molto più recente), il che tradisce un approccio in cui la volontà di conseguire un risultato sensazionalistico quanto meno si affianca all’attenzione rivolta al dato scientifico, aspetto che non deve affatto stupire in un’epoca ancora pioneristica della ricerca archeologica, in cui sovente la finalità era quella di alimentare l’offerta del mercato internazionale dell’arte per soddisfare la domanda proveniente dai collezionisti e dai musei, tant’è che ancora oggi innumerevoli reperti rinvenuti da Schliemann si trovano esposti nelle collezioni di mezzo mondo.
Massimo Cultraro è archeologo specializzato in Archeologia Egea presso la Scuola Archeologica Italiana di Atene, docente presso l’Università di Palermo, Primo Ricercatore presso il CNR di Catania e membro dell'Istituto per i Beni Archeologici e Monumentali (IBAM); la sua attenzione è stata richiamata dal rapporto di Schliemann con l’Italia, aspetto cruciale nella biografia dello scopritore di Troia, eppure finora mai oggetto di una trattazione specifica, nonostante nei decenni si siano contate migliaia di opere a lui dedicate. Due i viaggi principali effettuati nel Belpaese – nel 1858 e nel 1868 – animati dalla curiositas da Grand Tour alla ricerca di mirabilia in grado di suscitare quei brividi tipici della sindrome di Stendhal, il tutto sullo sfondo del rapporto di amore ed odio provato nei confronti degli italiani il cui stile di vita ai suoi occhi talora stride con lo straordinario patrimonio storico e artistico che li circonda; viaggi che lo conducono verso sud, a Roma, poi a Napoli – che forse è la città che ha apprezzato di più e dove sventuratamente troverà la morte nel 1890 – e infine in Sicilia, ove la Siracusa preorsiana delude le sue aspettative. Durante questi viaggi, Schliemann non manca di allacciare importanti rapporti con il mondo scientifico che matureranno dopo la scoperta di Troia con le campagne effettuate in Italia – in particolare ad Alba Longa, a Mozia e a Siracusa, ma tra le altre località, in Sicilia egli si reca anche a Segesta, Imera, Erice, Camarina e Taormina – e con la cessione di alcuni reperti rinvenuti ad Hissarlik al Regio Museo di Antropologia dell’Università di Napoli, al Museo Preistorico Etnografico di Roma e al Museo Civico di Bologna.
Massimo Cultraro ha raccolto l’esperienza italiana di Schliemann ne “L’ultimo sogno dello scopritore di Troia”, un saggio ricco di immagini e dalla lettura agevole e piacevole per tutti, particolarmente apprezzabile se si tiene conto che lo studio è desunto da una ricerca molto attenta condotta prevalentemente sull’immenso patrimonio manoscritto di lettere, taccuini e diari personali conservati nel Fondo Schliemann della Biblioteca Gennadius di Atene.
Daniele Pavone