di Angelo Giallongo
Questa vince… e questa perde, giocate signori.
Si, è il gioco delle tre carte, dove il mazziere è il Governo, il “compare” sono le banche e il povero allocco truffato è il cittadino e contribuente. Già con il D.L. 91/2014, del giugno 2014, avevano tentato di ripristinare la pratica del calcolo degli interessi sugli interessi (c.d. anatocismo) in barba alle tante sentenze, anche, di Cassazione e Corte Costituzionale che già da parecchi anni ne avevano dichiarato l’illegittimità. Ne scrissi in un articolo, per conto di AIACE (Associazione Italiana Assistenza Consumatori Europei), del luglio 2014.
Ci fu una levata di scudi anche da parte di altre associazioni di consumatori che alla fine portò all’eliminazione di quell’articolo ripristinando la norma precedente che aboliva definitivamente l’anatocismo. Ovviamente, come al solito, rimandando i chiarimenti, dettagli e applicazione alla prossima delibera CICR. Su quest’ultimo punto si sono già espressi diversi Tribunali tra cui quello di Milano che con due ordinanze ha ritenuto immediatamente applicabile la norma, senza che a nulla rilevi la mancata emanazione della delibera del CICR e ritengono che, a partire dal 1 gennaio 2014 è vietata ogni clausola anatocistica riferita agli interessi passivi. In particolare, “si ritiene che le banche, anche in virtù della qualifica di operatore qualificato (essendo dotate di uffici legislativi interni e direzionali), ben possano adottare un comportamento prudenziale per escludere dalle condizioni economiche qualsiasi clausola anatocistica, sia per i contratti in essere sia per quelli ancora da stipulare, senza dovere attendere la normativa regolamentare secondaria del CICR.
In questo senso, mantenere all’interno dei contratti clausole nulle a far data dal 1 gennaio 2014 configura una condotta omissiva, contraria alla correttezza dovuta nei rapporti contrattuali”. Il Tribunale, in fine chiosa, che ove venisse attribuito valore alla richiamata delibera del CICR verrebbe attribuito “a un organo del potere esecutivo il compito di attribuire significato a un atto legislativo, in palese violazione dei più elementari principi in materia di separazione dei poteri dello Stato”. In questi termini, la disciplina portata dall’art. 1, comma 629 fissi “paletti invalicabili” anche per la emananda delibera del CICR che non potrà comportare una deroga alla normativa primaria, ammettendo la produzione di interessi su interessi. Da qui la pressione più consistente delle banche. Ma poiché il Governo Renzi ci aveva ormai messo la faccia sulla battaglia anti-anatocismo, non restava che scrivere quella benedetta delibera del CICR. Qualche settimana fa la Banca d’Italia ha messo a pubblica consultazione la proposta di delibera del CICR fino al 23 ottobre. Il testo prevede che “nelle operazioni in conto corrente sia assicurata nei confronti della clientela la stessa periodicità nel conteggio degli interessi sia debitori che creditori” e che “gli interessi periodicamente capitalizzati non possano produrre interessi ulteriori che, nelle successive operazioni di capitalizzazione, sono calcolati esclusivamente sulla sorte capitale”, alle seguenti condizioni:
– venga calcolato non più ogni tre mesi ma (come minimo) ogni anno;
– il conteggio degli interessi si effettua il 31 dicembre di ciascun anno (o, se anteriore, il giorno in cui termina il rapporto da cui gli interessi si originano);
– l’anatocismo può essere previsto purché la banca lo applichi non solo nei casi in cui esso sia a suo vantaggio (ossia in ipotesi di “saldo debitore” del cliente, ossia di passivo sul conto), ma anche a suo svantaggio (ossia in ipotesi di “saldo creditore” del cliente, ossia di attivo);
– gli interessi, sia attivi sia passivi, divengono esigibili con il decorso di 60 giorni dal ricevimento da parte del cliente dell’estratto conto o delle comunicazioni. decorsi 60 giorni (o il termine superiore eventualmente concordato), il cliente può autorizzare l’addebito degli interessi (sul conto o sulla carta di credito). Decorsi 60 giorni (o il termine superiore eventualmente concordato), il cliente può autorizzare l’addebito degli interessi (sul conto o sulla carta di credito). Così la somma addebitata va a far parte del capitale, sul quale si calcolano gli interessi.
Dunque, nella bozza di regolamento del CICR, non si cancella infatti la prassi di effettuare l’anatocismo e cioè di conteggiare “interessi sugli interessi”, ma la si pospone solamente di 60 giorni.
Tanto per chiarezza il CICR è composto dal Ministro dell’economia, dal Ministro delle Politiche agricole, dal Ministro dello sviluppo economico, dal Ministro delle infrastrutture e trasporti, dal Ministro per le politiche europee, con la partecipazione del Governatore della Banca d’Italia. Quindi il Governo Renzi da un lato fa bella figura eliminando l’anatocismo e dall’altro, dietro la maschera del CICR, lo reintroduce favorendo le banche.
Si sta ancora giocando sulle spalle dei cittadini e delle imprese già strozzate da una crisi che pare non finire mai. Un Governo che si rispetti adotterebbe una politica di tutela per i propri cittadini e contribuenti ….. ma questa è utopia. Venghino signori venghino… questa vince e questa perde…
L’Associazione Italiana Assistenza Consumatori Europei è pronta a fare le barricate e lancia un appello a tutte le Associazioni per la tutela dei diritti dei consumatori affinché si faccia fronte comune per la difesa dei diritti dei contribuenti.
Angelo Giallongo (Commercialista – Consigliere Nazionale AIACE)
Anatocismo bancario: il gioco delle Tre Carte
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