- Rubrica: Incontro con l'arte (Michele Digrandi)
Vita spezzata
Vita
è quella spezzata
in un guscio
smarrito
tra il verde e il mare
macchiati
d’infamia umana
senza rimorso.
Maria Giovanna Cataudella
1995 - Vita spezzata - Olio su tela incollata su multistrato cm. 120x70
L’immagine del carrubo, protagonista dell’opera intitolata “Vita spezzata”, arriva come un colpo al cuore, per la profonda tristezza e il senso di disperata solitudine che ispira. Il suo alto e rugoso tronco è piegato e vacillante come in una morsa di dolore.
...e, a partire dalla base, risulta quasi incancrenito da uno strato di bianca salsedine.
Riesce, ancora, a sopravvivere tra i flutti salmastri perché un muro secolare lo distanzia e lo preserva dall’inquinamento che lambisce la riva limacciosa.
Quest’albero, così malandato, si erge a metafora di ogni individuo ferito da terribile malattia, causata dai veleni ambientali, il quale per lottare contro il male che corrode il suo fisico (croste saline) si sottopone a cure debilitanti (acque salate), affidandosi all’aiuto umano e divino (muro).
Le nette variazioni cromatiche del quadro, la prevalenza dei toni freddi, le brillanti gradazioni di azzurro dal mare al cielo, che si distaccano dall’opacità dei grigi, mettono, quasi paradossalmente, in forte risalto il tono caldo rosso-arancio del tuorlo d’uovo, qui eletto a simbolo della vita, in un luogo di degrado ambientale.
Quella benefica e palpitante energia solare che, nella sua piccolezza, riesce a sprigionare, si materializza, nella voce accorata del pittore ragusano che, se da una parte inneggia alla Bellezza del Creato, dall’altra, invece, denuncia quei devastanti danni alla salute umana e agli habitat naturali, provocati da una crescente e criminosa antropizzazione del patrimonio territoriale (alghe tossiche e liquami agro-industriali).
Giovanna Cappuzzello