Sapere

  • Argomento: Storia, Arte

Su Archivio Storico Ibleo è stata pubblicata un'interessante ricerca di don Ignazio La China su Antonio de lo Monachello, un artista netino che operò a Scicli nel Cinquecento e di cui si sono occupati Paolo Nifosì e Francesco Pellegrino. L'artista era anche cappellano a Scicli?

 

Chissà se non sia giunta l’ora di porre l’attenzione su un valente quanto quasi sconosciuto scultore di fine Cinquecento: Antonino de lo Monachello.

Nel Dizionario Netino degli uomini illustri del Balsamo troviamo che il Monachello nacque a Noto nel 1515 e il primo incarico che gli viene conferito come scultore è del 26 aprile 1549 per la realizzazione di una “cona” in legno per la chiesa del Crocefisso di Noto. Sono pure attribuite a lui la Madonna del Carmine di Noto e quella della Immacolata ma senza riscontri. Poi conosciamo solo la commissione del gruppo scultoreo delle 14 statue di cui faceva parte la Addolorata di Santa Maria La Nova. Questo gruppo doveva essere fatto prendendo a modello altre due composizioni simili realizzate dallo stesso Lo Monachello una nella chiesa di San Giovanni a Modica e l'altra per una chiesa di Ragusa.

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  • Argomento: Poesia

Ragusa. Scompare Umberto Migliorisi, fine poeta ibleo. Un ricordo del poeta e critico letterario Federico Guastella

 

 

Ragusa, 1 maggio 2020 – Nell’àmbito della complessa attività culturale di Umberto Migliorisi, impegnato nello studio sistematico di poeti iblei quali Giuseppe Bonafede e Vann’Antò, per citare appena due nomi, oltre che nell’indagine su autori siciliani (Mario Gori, Santo Calì, Ignazio Buttitta), la sua produzione poetica, che non manca di ottenere puntualmente il meritato consenso della critica, occupa certamente una posizione centrale.

Le prime pubblicazioni in dialetto ragusano, che risalgono a tempi ricchi di fermenti, preannunciano il poeta in lingua. In tale direzione, cinque volumetti (Riassunto, ed. dell’Autore, Ragusa 1970; La gioia delusa, Utopia ed., Chiaramonte Gulfi 1989, con prefazione di Mario Grasso; Sotto le nuvole, utopia ed., Chiaramonte Gulfi 1991; Come poeti gli uccelli, prefazione di E. Schembari, Libro Italiano, Ragusa 1997; L’ironia, Ed. Utopia e Centro Studi F. Rossitto, prefazione di Nunzio Zago, Ragusa 2006) rivelano il suo procedimento, di cui senza pretese vorremmo parlare, tentando di accostarci alla silloge Ironia e altro che, edita dalla casa editrice Antonello da Messina (giugno 2007), raggruppa, oltre ad alcuni inediti, il meglio dei numerosi componimenti compresi tra il 1956 e il 2006. Testimoniano questi suoi lavori, elaborati in un lontano lembo di territorio isolano, un succoso itinerario che abbraccia mezzo secolo di storia, l’operosità feconda e ininterrotta d’un poeta dal temperamento appartato e schivo che non ha conosciuto il torpore (è noto, peraltro, che Migliorisi da molti anni ha svolto l’attività di redattore capo della rivista trimestrale di cultura e politica edita dal centro studi “Feliciano Rossetto” di Ragusa). La riflessione sulla vita gli viene dalle private vicende di uomo e dalla meditazione laica dei fatti e degli eventi.

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  • Argomento: Poesia

Scomparso oggi a Ragusa il poeta Umberto Migliorisi. Il ricordo di Pippo Di Noto...

 

Ragusa, 1 maggio 2020 – Umberto Migliorisi è senz’altro il maggiore poeta dialettale ibleo contemporaneo. Ma sarebbe riduttivo circoscriverlo in questa sfera limitata. Poeta in lingua di notevole spessore, saggista, ricercatore, operatore socio-culturale; in uno, intellettuale e politico di vaglia.

Ma, soprattutto, il mio mentore!

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  • Argomento: Scuola

Vola alla fase finale nazionale la classe quinta del plesso “Fratelli Grimm” dell’Istituto Comprensivo Berlinguer di Ragusa

 

Ragusa, 14 marzo 2020 – Anche quest’anno la Camera dei deputati ha promosso, in collaborazione con il Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca, il Progetto - Concorso "Parlawiki", rivolto alle classi quinte delle scuole primarie e alle scuole secondarie di primo grado. All’iniziativa, che mira a far cogliere l'importanza del confronto democratico avvicinando anche i più piccoli alle Istituzioni, hanno aderito gli alunni della classe quinta del plesso Fratelli Grimm dell’I.C. Berlinguer, diretto dalla dottoressa Ornella Campo.

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«L’uomo nella prosperità non comprende – dice un salmo della Bibbia –, è come gli animali che periscono» (Sal 49,21) – queste alcune delle parole pronunciate venerdì scorso da Padre Raniero Cantalamessa durante l’omelia della Celebrazione della Passione del Signore presieduta da Papa Francesco in una Basilica di San Pietro vuota.

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  • Argomento: Cristianesimo

credits Vaticanews.va (link)

Pasqua 2020, una pasqua particolare, vissuta in casa per il "lockdown" dovuto all'emergenza Covid-19. Dopo le lacrime arriva il godimento, dopo la contrizione la gioia: con queste riflessioni del dott. Enrico Spadaro (dottore di ricerca in Letteratura inglese ad Aix-en-Provence / Marsiglia) auguriamo ai lettori di Ondaiblea una serena Pasqua, di ripartenza e voglia di vita, di resurrezione e speranza (sm)

 

È con sensazioni di triste gioia che sembra avvicinarsi questa Pasqua, in cui quasi tutti i cristiani non possono fisicamente partecipare ai riti della Settimana Santa. Sembra quasi un paradosso, un ossimoro pronunciare queste parole, “triste gioia”: “gioia” nell’imminente resurrezione di Cristo, “triste” perché forse non totalmente vissuta.

Eppure esiste un termine greco, che racchiude un concetto forse maggiormente conosciuto nel mondo cristiano ortodosso, “charmolypi” (χαρμολύπη), che esprime al tempo stesso sentimenti di gioia (hara) e di tristezza (lypi). Si ritrova tale termine negli scritti di San Giovanni Climaco (525/575-603/650), monaco che visse quasi tutta la vita presso il monastero del Sinai. Nella sua dottrina, e in particolare nel suo scritto più celebre, La Scala della divina ascesa, vengono prevalentemente esaltati coloro che dopo aver peccato si pentono, poiché i dolori patiti permettono loro – attraverso il pentimento – di accedere alla vera “gioia” del Paradiso. Questi peccatori redenti sembrano aver provato la morte per poi essere risorti come Cristo, sono stati abbandonati e infine salvati dal Padre. Le lacrime che hanno versato sono così benedette: “Beati i sofferenti, perché essi saranno consolati”. (Matteo 5,4).

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Paul Valéry