
Vincenzo Rabito: soldato e cittadino del Mondo
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- Scritto da Federico Guastella
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- Argomento: Cultura popolare
Terra Matta, di Vincenzo Rabito: «Tanto lettere macare che scrivemmo, non ne arreciviammo, e magari che qualche letra la reciviammo, era tutta scancellata, perché la cenzura, se vedeva che c’era scritto...»
di Federico Guastella
Di Terra Matta (Einaudi “Supercoralli”, 2007), il lungo racconto autobiografico di Vincenzo Rabito (Chiaramonte Gulfi 1899 – Ragusa 1981), affascina l’uomo col suo cogente bisogno di impossessarsi del linguaggio scritto per capirsi e capire gli intrecci, le connessioni degli eventi generatori della sua identità: «Questa è la bella vita che ho fatto il sotto scritto Rabito Vincenzo, nato a via Corsica a Chiaramonte Qulfe, d’allora provincia di Siracusa, figlio di fu Salvatore e di Gurriere Salvatrice, chilassa 31 marzo 1899, e per sventura domiciliato in via Tommaso Chiavola».

Michele Digrandi: Vaso con mimosa
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- Scritto da Salvo Micciché
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Vaso con mimosa – Acrilico su cornice di cartoncino incollata su M.D.F. cm. 53x42.5, 2003

Del parcheggio, o come dicevano gli antichi «unni viri e unni sbiri»
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- Scritto da Saro Distefano
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- Rubrica: Spigolature
Ragusa, 19 gennaio 2022 — Ponte San Vito a Ragusa. Annoiato per la solita lentissima passeggiata al centro della città, osservo con attenzione una automobile bellissima: è una Audi A8, davvero bella.
La guida un signore di mezza età con accanto una signora sua coetanea; gente di livello, e si capisce.

Luciano Nicastro: dal Futurismo al canto del luogo
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- Scritto da Federico Guastella
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- Argomento: Letteratura
Ragusa conobbe momenti di genuino patriottismo. Lo testimonia un libriccino in cui il prof. Filippo Nicastro, rievocando le nobili gesta del proprio padre nella rivoluzione del 1860, scriveva: «La sera del 16 maggio, mentre la musica di Verdi, grande ispiratrice d’idee liberali, animava il nostro teatro, Luciano Nicastro – mio padre di cara e venerata memoria – forte nei migliori destini nella patria scese in piazza con pochi aderenti e in mezzo agli evviva e ai battimani degli astanti, ai quali si unì il pubblico accorso dallo spettacolo, inalberò nel nostro San Giovanni il sacro vessillo dell’insurrezione, che l’alba dell’Ascensione, tra il suono delle campane e un gran popolo plaudente, vide sventolare bello dei tre colori e dell’epigrafe “Viva Vittorio Emanuele, Viva l’Annessione e i Fratelli Italiani».
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Vann'Antò, poeta e pacifista
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- Scritto da Federico Guastella
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Un'analisi dell'opera del poeta ragusano Vann'Antò (Giovanni Di Giacomo). Il futurismo e un'anima pacifista...
di Federico Guastella
Futurista di breve corso Giovanni Antonio Di Giacomo (Ragusa 1891 – Messina 1960), che si faceva chiamare Vann’Antò come ad evocare il suono delle campane proveniente alla sua abitazione dalla chiesa di San Giovanni Battista.
- Scuola. DaD or not DaD? this's the question...
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